Lussemburgo:Sui balneari l’arbitro Europeo ha già deciso-La Corte UE da’ ragione al Governo Meloni e ai concessionari dando torto alla Commissione Europea e al Consiglio di Stato a guida Draghi


Youfoggia.com ha intervistato l’avv.Vincenzo De Michele,al quale abbiamo chiesto :

Ci sono novità recenti sulle concessioni balneari, dopo le roventi polemiche sfociate in attacchi al Governo dalla Commissione europea con minaccia di blocco del PNRR?
Certo che ci sono novità e tutte straordinariamente positive per i concessionari balneari e per il Governo e il Parlamento che li hanno sostenuti, inserendo nel milleproroghe in sede di conversione la proroga a tempo indeterminato delle concessioni.
Recentemente, infatti, sulla questione si è pronunciata la Corte di giustizia europea prima che la stessa Corte Ue depositi il 20 aprile 2023 sulla specifica e pregevole ordinanza di rinvio pregiudiziale sollevata dal TAR LECCE del Presidente Pasca contro le sentenze dell’Adunanza plenaria del CdS.
Sono state demolite in un solo colpo le schiocchezze scritte e dette dalla Commissione europea, dal Consiglio di Stato e dalla stampa nazionale, avallate indirettamente, purtroppo, dal monito del Presidente della Repubblica contro il legislatore della legge di conversione del milleproroghe proprio sulla proroga a tempo indeterminato delle concessioni demaniali marittime con il blocco definitivo dei decreti legislativi di riordino della materia voluto, contro la Costituzione nazionale, contro il diritto dell’Unione e contro i diritti delle nostre piccole imprese balneari nazionali, dal disastroso Governo Draghi con la legge sulla concorrenza.

Considerazioni pesanti,in che modo la Corte di giustizia Ue avrebbe dato ragione in anticipo ai concessionari balneari?
La Corte di giustizia europea, in un collegio a tre inusualmente presieduto dal giudice italiano prof.ssa Lucia Serena Rossi, con sentenza del 16.3.2023 (causa OL C-517/20) ha dato indirettamente ragione ai concessionari demaniali marittimi e al Governo e al Parlamento sulla proroga a tempo indeterminato delle concessioni, inserita in sede di conversione nel milleproroghe e ribadita nella stessa legge di conversione con il divieto di nuove gare ai Comuni concedenti.
Mi sono occupato della questione in un saggio pubblicato sulla rivista telematica di diritto europeo europeanrights.eu nel settembre 2022, criticando la sentenza Promoimpresa della Corte di giustizia del luglio 2016 per le sue contraddizioni e censurando duramente le due sentenze dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato che hanno usurpato il potere del legislatore e dell’Esecutivo in subiecta materia.
La Corte Ue, molto sensibile alle critiche e evidentemente colpita dalla strumentalizzazione delle vicenda nel dibattito nazionale tutto orientato contro i balneari e il Governo Meloni e il Parlamento che hanno cercato di tutelarli, ha così puntualizzato.
La Corte Ue nella sentenza del 16.3.2023 ha affrontato la diversa problematica delle concessioni per l’attività di raccolta delle scommesse, che sono chiaramente concessioni di servizi ed entrano nel campo di applicazione della direttiva 2014/23/UE sull’aggiudicazione pubblica delle concessioni.
La Corte Ue, con un passaggio incidentale che non aveva ragione di essere nel contesto argomentativo della decisione né era stato segnalato come rilevante dal giudice nazionale del rinvio (Tribunale di Ascoli Piceno), ha richiamato la sentenza Promoimpresa sulle concessioni balneari al punto 29, evidenziando che la Corte europea già in quella contraddittoria decisione aveva escluso le concessioni balneari, come concessioni di beni, sia dal campo di applicazione della Bolkestein (direttiva servizi 2006/123) sia dalla specifica direttiva sull’aggiudicazione delle concessioni (direttiva 2014/23):
«29 Ai sensi dell’articolo 5, punto 1, lettera b), della direttiva 2014/23, costituisce una concessione di servizi un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto in virtù del quale una o più amministrazioni aggiudicatrici o uno o più enti aggiudicatori affidano la fornitura e la gestione di servizi diversi dall’esecuzione di lavori di cui alla lettera a) del medesimo articolo 5, punto 1, ad uno o più operatori economici, ove il corrispettivo consista unicamente nel diritto di gestire i servizi oggetto del contratto o in tale diritto accompagnato da un prezzo. Per contro, taluni accordi aventi ad oggetto il diritto di un operatore economico di gestire determinati beni o risorse pubblici, in regime di diritto privato o pubblico, come dei terreni, mediante i quali lo Stato fissa unicamente le condizioni generali d’uso dei beni o delle risorse in questione senza acquisire lavori o servizi specifici, non dovrebbero – come risulta dal considerando 15 della citata direttiva – essere qualificati come «concessioni di servizi», ai sensi della direttiva 2014/23 (v., in tal senso, sentenza del 14 luglio 2016, Promoimpresa e a., C458/14 e C67/15, EU:C:2016:558, punto 48).».
Lei sta dichiarando che a differenza di quello che il governo Draghi e l’attuale Governo Meloni volevamo e vogliono far passare, che tale decisione è legata al PNRR ,pertanto le concessioni balneari e la loro aggiudicazione sono competenza esclusiva dello Stato e non entrano nel campo di applicazione del diritto Ue.
Era già tutto scritto nella sentenza Promoimpresa della Corte Ue, che però, seguendo un sirenetto interno (allora nel collegio a cinque vi era, sempre inusualmente, un altro giudice italiano), ha affermato in contrasto con sé stessa che le proroghe legislative delle concessioni balneari erano in contrasto con il diritto Ue, dopo aver affermato che il diritto Ue non si applicava ai balneari.
C’è stato bisogno di un altro giudice italiano, una vera positiva sirenetta, che aveva già difeso il Governo nazionale come agente nel giudizio definito dalla Corte di giustizia con la sentenza Promoimpresa, per mettere le cose apposto e restituire chiarezza alla questione.

Quali potranno essere le conseguenze di questa decisione per i concessionari demaniali marittimi e per l’azione del Governo?
La Corte Ue si è pronunciata con questo passaggio incidentale anche per fermare le polemiche ossessive e compulsive di certi sedicenti giuristi, che avevano dato per certo l’esito sfavorevole per i balneari della sentenza che la stessa Corte, come ho detto, pronuncerà il 20 aprile 2023. Che non potrà essere negativa per le sorti delle concessioni demaniali marittime.
Poi una seria riflessione interna andrà fatta nel rapporto tra Governo e Parlamento da un lato e giurisdizione amministrativa dall’altro, così come dovrà essere fatta dal Parlamento europeo e dal Governo nazionale sul ruolo antigiuridico e antietico svolto dalla Commissione europea in questa vicenda, attivando addirittura ridicole procedure di infrazione nei confronti della Spagna e del Portogallo che prevedono una durata di 75 anni delle concessioni balneari e minacciando l’Italia di bloccare i fondi del PNRR se il legislatore non avesse modificato, prima della sentenza della Corte di giustizia del 20.4.2023 (il cui contenuto sostanziale la Corte Ue ha giustamente anticipato con la decisione del 16.3.2023), il milleproroghe convertito, ritornando alle norme della legge di concorrenza di Draghi.
Avvocato, non ci rimane che come Youfoggia.com dichiarare :” Adesso la battaglia è politica e non più giudiziaria. E la strada per il Governo e i concessionari balneari appare fortemente in discesa”.

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