Volturino, per sfuggire alle forze dell’ordine si nascondeva tra i boschi come un lupo solitario. Acciuffato dopo un mese di ricerche
Era quasi un mese che i carabinieri gli stavano addosso con servizi di osservazione e appostamenti. Ma lui, un trentenne di Volturino con diversi precedenti di polizia, sembrava sempre muoversi con estrema disinvoltura e noncuranza tra i boschi a ridosso delle alture del sub-appennino, tra i comuni di Volturino e Motta Montecorvino. Lupo solitario, abituato a scappare alla vista delle forze dell’ordine che da anni lo conoscono per molteplici condotte criminose e per la sua indole particolarmente violenta, facendo perdere le tracce di sé per giorni interi, tra i vari sentieri, battuti e non, trovando rifugi improvvisati all’addiaccio. L’ennesimo provvedimento di carcerazione gli era pervenuto dal Tribunale di Foggia, dopo che, a seguito di ripetuti allontanamenti dalla comunità di riabilitazione a Gambatesa (CB), dove stava espiando la misura alternativa dell’affidamento in prova al servizio sociale, il magistrato di sorveglianza di Campobasso ne aveva sospeso cautelativamente l’esecuzione, ordinandone il rintraccio, la cattura e l’accompagnamento presso il carcere più vicino. Conseguentemente, l’Ufficio esecuzioni penali del Tribunale di Foggia aveva emesso nuovo provvedimento di espiazione di pena per 5 anni e 4 mesi di reclusione, di cui ancora da scontare poco più di 3 anni. I provvedimenti giudiziari fanno riferimento a un notevole numero di reati che il 30enne ha perpetrato a Volturino, a partire dal 2013, e che spaziano dalla resistenza a pubblico ufficiale alle lesioni personali, dall’alterazione di armi al danneggiamento, dalla minaccia al furto aggravato. Dalla mezzanotte di oggi i carabinieri dello Squadrone eliportato Cacciatori di Puglia insieme a quelli della Compagnia di Lucera e della Stazione di Volturino, dopo aver vagliato nei giorni precedenti ogni singolo spostamento, si sono appostati al buio della strada che costeggia il cimitero comunale, aspettando che, come ogni giorno, nel cuore della notte, tra le 4 e le 5.30 del mattino, emergesse dalla boscaglia verso il centro abitato. I militari, dopo averne sentito il passo, appena riusciti a scorgerlo e a riconoscerlo con sicurezza, gli sono saltati addosso; l’uomo ha cercato di dimenarsi e di strattonare ma non è servito a nulla. E’ stato così assicurato alla giustizia e, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso il carcere di Foggia dove si trova ristretto a disposizione dell’autorità giudiziaria che ne ha disposto la misura.