L’Arsenale di guerra della delinquenza di Bari, Foggia e Andria, il proprietario della struttura dichiara : “Masseria usata dal giudice De Benedictis
Il gip del Tribunale di Lecce non ha dubbi o perplessità “confermato il provvedimento cautelare in carcere per il magistrato”
Dopo vari verifiche e vari sopralluoghi e dopo accurati rilievi il sospetto è diventata certezza , che l’arsenale di armi da guerra, scoperto dalla Squadra Mobile di Bari in una casale ben messo in agro di Andria sia stato nella disponibilità del giudice Giuseppe De Benedictis. Ricordiamo che lo stesso è in carcere dal 24 aprile per corruzione in atti giudiziari, nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Lecce.
La procura della Dda sta verificando con riscontri le dichiarazioni del proprietario della masseria, l’agricoltore proprietario di molti ettari di terreno il 56enne Antonio Tannoia di Andria con precedenti penali ,essendo stato arrestato il 29 aprile nel blitz della polizia. L’uomo ha infatti riferito che il locale – nel quale sono state trovate le armi – era nella disponibilità di De Benedictis.. L’arresto è avvenuto in flagranza di reato e, per questo motivo, la convalida è stata chiesta dalla Procura di Trani al gip Ivan Barlafante.L’ avvocato Mario Malcangi difensore del Tannoia è accusato di detenzione illegale di armi, comuni e da guerra, e ricettazione
L’agricoltore nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere. Nel corso del primo interrogatorio il Tannoia aveva dichiarato che le armi non erano sue ma bensi del giudice e che lui aveva dato solo la disponibilità del casale.Il Tannoia aveva voluto precisare che le armi non erano sue e che aveva soltanto una cortesia al giudice .Mitragliatori, fucili a pompa, pistole, silenziatori e persino bombe erano stati trovati nella botola di un capanno vicino alla masseria.
Da come si possono le leggere le varie carte si comprende che ci sono diversi fascicoli aperti che confluiscono in una sola direzione che la Procura di Lecce coordina e che il gip Proto ha confermato con i vari arresti. Si sottolinea che il magistrato sta facendo dichiarazioni che la squadra ritiene assieme dalla Procura salentina molto ma molto importanti.Si sta sempre avvalorando la tesi che il rapporto tra il giudice e la malavita barese,foggiana e andrese si da molto tempo.