PIPPO CAVALIERE : IL SILENZIO DEGLI ONESTI
Il difficile, terribile momento che la città e l’Amministrazione Comunale di Foggia stanno vivendo desta profonda preoccupazione. Ma forse è ancora più preoccupante verificare, dalle parole e ancora più dai silenzi, che in molti non sembrano avere compreso la portata di quello che è accaduto e che sta accadendo.Chi mi conosce sa che, anche nella passione della battaglia politica, ho rispetto per gli avversari e per la volontà dei cittadini che li hanno eletti a rappresentarli, ma trovo autolesionistico ed inconcepibile che in presenza di vicende così gravi ci si possa interrogare su ipotetici “governi dei migliori”, tralasciando ed ignorando i fatti e le circostanze finora trapelate.Essendo un convinto garantista, non entro nel merito delle censure verso il sindaco che sarebbero contenute in documenti delle forze dell’ordine, anche se il fatto che siano state rivelate e rilevate in sede non locale dovrebbe far comprendere quanto la partita sia importante e complicata.Pesano come macigni, invece, i comportamenti di taluni consiglieri comunali: c’è chi fornisce suggerimenti a pregiudicati per fuorviare le forze dell’ordine, con ciò irridendo il loro prezioso lavoro di prevenzione e di contrasto alla criminalità, e allo stesso tempo i tanti imprenditori e commercianti vittime di estorsioni ed usura. C’è chi invece viene accostato ad un soggetto riconducibile ad ambienti criminali, oggi inregime carcerario, che, nel pieno di una campagna elettorale, beneficia addirittura di un contributo economico con fondi comunali! È inaccettabile che nemmeno di fronte a circostanze così gravi, le forze di maggioranza non abbiano ritenuto di assumere atteggiamenti conseguenti, o quantomeno esprimere una sola parola di sdegno e di condanna. Perché questo inspiegabile silenzio? E come sarà interpretato da chi è chiamato a giudicare? A volte un silenzio può essere più eloquente di un fiume di parole.Affannarsi ad eleggere un nuovo presidente del consiglio, persona perbene e stimabile, o pensare all’ennesimo azzeramento e rimpasto della giunta, è un po’ come mettere la polvere sotto il tappeto, far finta che non sia successo nulla …. nella terra della quarta mafia. L’unico che ha compreso come stanno le cose è l’ex presidente di Ataf, Giandonato Lasalandra, un nostro avversario che rispettiamo, che ha lasciato il suo incarico.Alla marcia per la legalità del 10 gennaio dello scorso anno, cui ha dato ampio risalto la stampa nazionale, don Luigi Ciotti ha tuonato: “La peggiore forma di corruzione è quella della propria coscienza, quando non facciamo ciò che sappiamo che è nostro dovere fare”. E in un simile contesto, ciò che la Città non è più in grado di sopportare è il silenzio degli onesti.
Pippo Cavaliere