IL FUTURO E’ L’EUROPA DOPO QUESTI INVESTIMENTI?
Sembrava ci fossimo dimenticati di lei, o meglio, gli addetti ai lavori non lo faranno mai, ma ad un cittadino può accadere sovente di perdere il filo con l’unione europea e quindi sentirsi autorizzati a chiedersi “ma in fin dei conti a cosa serve questa unione europea”?A me non basterebbe tutto lo spazio che ho a disposizione per potervi spiegare quanto essa sia preminente nelle nostre vite ma dovendo oggi limitarmi a queste righe, risponde a chi si chiede tra se e fuori di se, a cosa serve l’unione europea? Inizio col dire che è una delle più grandi macchine solidali esistenti. Se pensiamo a questa pandemia e all’aiuto dell’unione europea ci vengono in mente i prossimi miliardi di euro in arrivo del recovery fund. Ma solidarietà non è soltanto questo. Oggi la Commissione Europea sta prendendo decisioni risolute per rinforzare tutto il settore pubblico della salute ed altre per mitigare l’impatto socioeconomico sull’unione post pandemia. Sono stati avviati ormai da mesi una serie di procedimenti per aiutare gli Stati membri per coordinare informazioni oggettive, per contenere la diffusione del virus. Per fare questo nel minor tempo possibile la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha creato un team che opera su tutti i livelli politici, monitorando tutto il territorio europeo. Il calendario intavolato dalla Commissione è fitto di scelte importanti e messo in opera lo scorso Marzo 2020. Sono stati approvati contratti con le case farmaceutiche per la distribuzione di vaccini ad esempio quello con la casa farmaceutica Moderna, per una produzione addizionale di vaccino. Il contratto prevede anche la possibilità di donare il vaccino alle nazioni con un maggior numero di reddito medio basso. per contrastare la copiosa diffusione delle diverse varianti del coronavirus, è stata proposta un’azione immediata, rinominata The Hera Incubator. Un piano di preparazione alla difesa biologica. Un piano che vedrà le forze di ricercatori, aziende biotecnologiche e autorità pubbliche europee cooperare insieme per rilevare le nuove varianti e sviluppare nuovi vaccini. In cooperazione con la Commissione il Consiglio Europeo ha adottato in questi giorni un regolamento che istituisce il Recovery and Resilience Facility la struttura di recupero e resilienza che attraverso sovvenzioni e prestiti metterà a disposizione moneta per pubblici investimenti e riforme per i ventisette Paesi Europei. E’ chiaro agli occhi di tutti che l’unione sta cercando di creare società resilienti. La tanto agognata solidarietà è stata messa in campo nella modalità più europeista che ci sia: poche parole, pochi slogan e social media, e pura concretezza. Chi credeva in un’Europa corollario di una squadra di sovranisti dovrà ricredersi. L’Europa c’è! L’Unione Europea in tutti questi mesi ha seguito la nascita e la propagazione della pandemia, autorizzando le case farmaceutiche ad immettere sul mercato i vaccini necessari a sconfiggerla, ha sostenuto azioni che potessero rinforzare la rinascita dei Paesi Membri post pandemia, ha aperto le casse dei propri fondi ed avviato procedure per attivare il Recovery Fund, ha protetto confini, mappato uno schema di nazioni da sostenere maggiormente rispetto ad altre. L’Europa non è poi così matrigna. perché se c’è una cosa che è molto più contagiosa del virus, è l’amore e lacompassione. E i cittadini europei stanno dimostrando quanto vero sia questo assunto.