Cosa sta accadendo in Puglia? Il centrosinistra tra promesse di rinnovamento e il peso degli scandali

BARI – La politica pugliese è ancora una volta sotto i riflettori, e non per meriti amministrativi o innovazioni legislative. A tenere banco è una sequela di scandali e polemiche che ha scosso profondamente il centrosinistra regionale, mettendo in discussione credibilità, coerenza e soprattutto quella promessa di cambiamento tanto sbandierata dopo l’ennesima “strigliata” da parte della segretaria nazionale del PD, Elly Schlein.

Tutto è partito con l’inchiesta antimafia Codice Interno, un terremoto giudiziario che ha scoperchiato legami inquietanti tra politica e criminalità organizzata. A seguire, lo scandalo sulla compravendita di voti a 50 euro, l’inquietante episodio della visita del presidente Michele Emiliano e dell’ex sindaco Antonio Decaro a casa della sorella di un noto boss mafioso, e i controversi appalti assegnati ai fratelli dello stesso Emiliano. A peggiorare il quadro, la “soffiata” su indagini a carico dell’ex assessore Alfonso Pisicchio e le accuse pubbliche dell’avvocato Dell’Olio su presunte pressioni e giochi di potere dietro le quinte. Un mosaico di episodi che raccontano una politica sempre più distante dai cittadini e pericolosamente vicina a dinamiche opache.

Eppure, di fronte a tutto questo, si era parlato di svolta, di “cambio di passo”. Ma la realtà sembra raccontare un’altra storia.

La recente elezione a sindaco di Bari di Vito Leccese, storico fedelissimo di Emiliano e già capo di gabinetto sotto l’amministrazione Decaro, è parsa a molti un segnale opposto rispetto alla discontinuità promessa. Un’elezione che ha più il sapore della continuità dinastica che non quello del rinnovamento. Come se, invece di voltare pagina, si fosse deciso di riscrivere la stessa storia con gli stessi protagonisti.

Decaro, dato come favorito per la corsa alla presidenza della Regione Puglia, rappresenta un altro tassello di questa sorta di “monarchia amministrativa” che sembra perpetuarsi al di là delle polemiche, delle inchieste e delle richieste di cambiamento. Non basta cambiare volti se i metodi restano invariati: questo è il sentimento che serpeggia tra molti elettori e militanti, disillusi e sempre più distanti da un partito che a parole promette rinnovamento, ma nei fatti appare inchiodato a logiche di potere consolidate.

La Puglia, da laboratorio politico progressista, rischia oggi di trasformarsi in un esempio di autoreferenzialità e conservazione del potere, dove le famiglie politiche sembrano somigliare più a dinastie che a squadre al servizio della collettività.

In un contesto così delicato, il centrosinistra pugliese si gioca molto più di una tornata elettorale: si gioca la sua legittimità. E finché il cambiamento sarà solo di facciata, la sfiducia continuerà a crescere.

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