Foggia:Operazione “Goldfinger”, confermate le condanne in Appello pene ridotte per tre imputati

È arrivata la sentenza di secondo grado per il processo “Goldfinger”, uno dei più lunghi e complessi dell’ultimo decennio nella Capitanata. Il procedimento, nato a seguito del blitz della squadra mobile di Foggia del 10 marzo 2015, aveva portato a 15 ordinanze cautelari e si è chiuso in Appello con la conferma di 9 condanne e la riduzione delle pene per tre imputati.

Il processo, che ha richiesto otto anni di istruttoria e si era già concluso in primo grado il 7 settembre 2023 a Foggia, ha visto riconfermata la responsabilità penale di figure chiave della banda coinvolta nel clamoroso colpo in banca.

Le condanne confermate e le riduzioni di pena

  • Federico De Matteis, foggiano, ritenuto il braccio destro del presunto capo Bonalumi durante l’assalto all’istituto bancario, è stato condannato a 8 anni di reclusione, pena confermata anche in Appello.
  • Patrizia Di Biase, moglie di Bonalumi, accusata di aver riciclato parte del bottino, ha ottenuto una riduzione della pena da 5 a 4 anni.
  • I due vigilantes in servizio nella banca svaligiata, Domenico Di Sapio e Gennaro Rendine, sono stati condannati a 6 anni di reclusione ciascuno. Secondo l’accusa, i due avrebbero agevolato l’azione criminale dall’interno.
  • Franco Papa, romano, è stato condannato a 5 anni e 8 mesi per concorso nel tentato furto alle gioiellerie Sarni. In primo grado era stato assolto dall’accusa di furto in banca.
  • Sconto di pena anche per Venturo Ricchiuti, condannato a 3 anni e 10 mesi, e per Antonio Caputo, originario di Cerignola ma residente a Milano, a cui sono stati inflitti 4 anni per riciclaggio.

Una vicenda giudiziaria complessa

Il processo “Goldfinger” ha ricostruito un sistema articolato di colpi e tentativi di furto ad alto profilo, con complicità interne e una rete ben organizzata per la gestione del bottino, che sarebbe stato in parte riciclato attraverso canali illeciti.

L’Appello chiude dunque un capitolo giudiziario importante per la procura di Foggia, che ha portato a giudizio una rete criminale ritenuta particolarmente pericolosa e ben inserita nel tessuto urbano e sociale.

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