Verso l’abrogazione del regolamento del 2019: stop alla “polizia regionale” e agli “agenti” del Nucleo di vigilanza ambientale
La Regione Puglia si appresta a cancellare il regolamento del 2019 che aveva istituito il Nucleo di vigilanza ambientale, prevedendo gradi gerarchici e la possibilità di richiedere la qualifica di pubblica sicurezza. Dopo la bocciatura da parte della Prefettura di Bari, il governo regionale, con una delibera proposta dall’assessore all’Ambiente Serena Triggiani, sta per adeguarsi alle indicazioni ricevute.
Il regolamento, infatti, è stato ritenuto illegittimo dal prefetto di Bari, Francesco Russo, che ha ribadito come le Regioni non possano istituire corpi di polizia, né attribuire ai propri dipendenti qualifiche che spettano esclusivamente allo Stato. La decisione arriva dopo che lo stesso ministero dell’Interno ha espresso parere negativo sulla trasformazione degli operatori regionali in agenti di polizia, sottolineando l’assenza di una base giuridica adeguata.
Il nodo giuridico: una “polizia regionale” illegale
Il problema nasce dalla riorganizzazione delle funzioni di vigilanza ambientale dopo la soppressione delle Province, che ha portato all’assorbimento di 88 ex agenti delle Polizie provinciali da parte della Regione. Tuttavia, il tentativo di attribuire loro una qualifica di pubblica sicurezza è stato fermato dal prefetto Russo, che ha sottolineato come la legislazione nazionale non preveda la possibilità di creare un corpo di polizia regionale con poteri di indagine e diritto al porto d’armi.
Nella sua decisione, il prefetto ha evidenziato che il regolamento regionale, soprattutto nei suoi articoli dal 3 al 20, sembrava strutturare un vero e proprio corpo di polizia, con un ordinamento gerarchico simile a quello delle forze dell’ordine statali. Questo è apparso “del tutto inappropriato” per personale civile appartenente a un ente territoriale, soprattutto perché prevedeva la possibilità per la giunta regionale di autorizzare autonomamente il possesso di armi da fuoco.
Le conseguenze della bocciatura
Il rigetto della richiesta di attribuzione della qualifica di pubblica sicurezza ha due conseguenze principali:
- L’abrogazione del regolamento del 2019 – La Regione deve eliminare le disposizioni che hanno creato un modello di “polizia regionale”, eliminando i gradi e il riferimento agli operatori come “agenti”.
- L’esaurimento del personale con qualifica di pubblica sicurezza – Gli ex agenti delle Polizie provinciali, che avevano già la qualifica prima della riforma, manterranno il loro status fino alla cessazione del servizio, senza possibilità di nuove assegnazioni.
La questione rappresenta un punto di svolta nella gestione della vigilanza ambientale in Puglia, ponendo fine a un tentativo di strutturare un corpo regionale con poteri di polizia. Ora la Regione dovrà rivedere il sistema di controllo ambientale, garantendo il rispetto delle competenze stabilite dalla legge e collaborando con le forze dell’ordine statali per le attività di pubblica sicurezza.