Basilicata-Puglia:False fatture e sequestri milionari venti imprenditori nei guai tra Basilicata e Puglia
Un’operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Potenza, ha portato al sequestro di beni e conti correnti per un valore complessivo di 15,5 milioni di euro nei confronti di venti imprenditori attivi nelle province di Potenza, Foggia e Barletta-Andria-Trani. Il provvedimento rientra in un’inchiesta su un presunto giro di fatture false emesse per operazioni inesistenti, finalizzato a frodare il fisco.
Il sequestro: conti correnti e auto di lusso
Nel mirino delle autorità sono finiti conti correnti bancari e beni di valore, tra cui auto di lusso come Ferrari, Range Rover, Mercedes e Alfa Romeo. Il sequestro è stato disposto per recuperare le somme che, secondo gli inquirenti, sarebbero state illecitamente accumulate attraverso l’emissione di fatture fittizie.
Oltre ai sequestri patrimoniali, per i venti imprenditori coinvolti è stato stabilito anche il divieto di esercitare attività di direzione. Le aziende colpite operano nel settore della produzione e del commercio, sia al dettaglio che all’ingrosso, di pane, pasticceria e generi alimentari.
Le accuse e l’indagine
Secondo le ipotesi investigative, il sistema fraudolento si basava sulla creazione di una rete di società che emettevano fatture per operazioni inesistenti, consentendo ai beneficiari di abbattere il carico fiscale e ottenere vantaggi indebiti. Il meccanismo avrebbe generato un giro d’affari illecito multimilionario, con pesanti ripercussioni sul sistema economico e fiscale.
L’operazione rappresenta un ulteriore tassello nella lotta delle autorità contro i reati economici e finanziari, soprattutto nel comparto del commercio alimentare, un settore strategico per l’economia locale. Le indagini proseguono per accertare ulteriori responsabilità e definire eventuali connessioni con altre realtà imprenditoriali.
Il caso evidenzia ancora una volta la necessità di un controllo rigoroso sui meccanismi di evasione fiscale e frode, fenomeni che danneggiano non solo le casse dello Stato, ma anche la concorrenza leale tra imprese. Le autorità continueranno a monitorare il settore, con l’obiettivo di reprimere pratiche illecite e garantire un mercato più trasparente e corretto.