Roma:Ex DG di Sogei, Paolino Iorio, chiede il patteggiamento tre anni di reclusione e lavori di pubblica utilità
Paolino Iorio, ex direttore generale di Sogei – la società controllata dal Ministero dell’Economia – ha avanzato una richiesta di patteggiamento a tre anni di reclusione. L’ex dirigente era stato arrestato in flagranza lo scorso ottobre mentre riceveva una tangente da 15.000 euro da un manager di una società informatica impegnata negli appalti pubblici.
La proposta di patteggiamento
La richiesta, formulata dai legali di Iorio, prevede la conversione della pena detentiva in lavori di pubblica utilità. La proposta dovrà essere accettata dalla Procura di Roma e successivamente sottoposta al giudizio del GIP per la ratifica. L’accusa contestata a Iorio è di corruzione impropria, un reato che prevede sanzioni severe soprattutto in casi di particolare gravità, come quello in esame.
Le indagini e gli sviluppi
Dopo l’arresto iniziale, Iorio era stato posto agli arresti domiciliari, ma in seguito le autorità giudiziarie avevano disposto il trasferimento in carcere. La decisione era stata motivata dalle evidenze emerse nel corso delle indagini, secondo cui l’ex DG aveva cercato di inquinare le prove. Tra le azioni contestate vi sarebbe la cancellazione di immagini registrate dal sistema di videosorveglianza installato presso la sua abitazione, un tentativo evidente di ostacolare l’inchiesta.
Inoltre, durante le perquisizioni domiciliari, la Guardia di Finanza aveva rinvenuto e sequestrato oltre 100.000 euro in contanti, presumibilmente legati a episodi corruttivi. Questi elementi hanno aggravato la posizione dell’ex dirigente, consolidando l’accusa di un sistematico abuso del suo ruolo pubblico.
Un caso esemplare di corruzione
Il caso di Iorio rappresenta un esempio emblematico di corruzione in ambito pubblico, un fenomeno che mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nell’efficienza amministrativa. Sogei, società strategica per il Ministero dell’Economia, gestisce attività cruciali nel settore digitale e fiscale, rendendo ancora più grave il comportamento contestato all’ex dirigente.
Se il patteggiamento venisse accettato, Iorio sconterebbe la pena attraverso lavori di pubblica utilità, evitando il carcere. Tuttavia, il caso solleva interrogativi più ampi sull’integrità e la trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche. Il processo, nel suo iter conclusivo, sarà osservato con attenzione, segnando un ulteriore passo nella lotta contro la corruzione.