Narcotraffico tra Spagna e Puglia: condannati 22 imputati, pene fino a 20 anni di carcere

La gup di Bari, Anna Perrelli, ha emesso una sentenza che condanna 22 persone coinvolte in una presunta associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di stupefacenti tra la Spagna e la Puglia. Le pene inflitte variano da un minimo di un anno e quattro mesi a un massimo di 20 anni di reclusione, per reati che includono associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, detenzione ai fini di spaccio, detenzione di armi clandestine, ricettazione, estorsione aggravata e tentato omicidio.

Le condanne principali

I 20 anni di reclusione, le pene più severe, sono stati inflitti a Giuseppe Annoscia e Vito Facendola, ritenuti i capi dell’organizzazione responsabile del traffico di cocaina, marijuana e hashish.

Un’altra condanna significativa riguarda Alceste Cavallari, detto “Gianky”, 57 anni, figlio di Francesco, l’ex “re della sanità privata barese” deceduto a Santo Domingo nel 2023. Cavallari è stato condannato a 12 anni di reclusione, in continuazione con un precedente patteggiamento di 4 anni per reati legati alla droga. Cavallari, pur non accusato di associazione mafiosa, è stato ritenuto dai pm «intraneo al clan nell’organizzazione dell’attività illecita» e in stretti rapporti d’affari con i capi Annoscia e Facendola. Solo Nicola Scalzo è stato assolto dalle accuse di partecipazione all’associazione e di detenzione di droga.

Le modalità del traffico

L’indagine, avviata nel 2023 e condotta dai carabinieri sotto il coordinamento dei pm della Direzione distrettuale antimafia (Dda) Marco D’Agostino e Grazia Errede, ha svelato un articolato sistema di importazione e distribuzione della droga. La sostanza stupefacente veniva acquistata in Spagna grazie ai contatti di Cavallari, il quale avrebbe curato anche le spedizioni verso l’Italia. I carichi, confezionati come normali pacchi, venivano trasportati da corrieri per aggirare i controlli.

Durante il blitz che ha portato agli arresti, nella casa di Cavallari i carabinieri hanno rinvenuto un ingente quantitativo di droga: 3 kg di hashish, 70 grammi di cocaina e 60 grammi di marijuana.

Un processo significativo

La sentenza segna un punto fermo contro il narcotraffico nel territorio pugliese, evidenziando il coinvolgimento di personaggi con ruoli di spicco e metodi di operatività internazionali. L’aspetto mafioso dell’organizzazione è stato riconosciuto per alcuni imputati, rendendo le condanne ancora più gravi. L’operazione rappresenta un successo per le autorità, che hanno disarticolato un’importante rete criminale che operava tra l’Italia e la Spagna.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: