Comune di Foggia: caos sui bandi e polemiche tra consiglieri e amministrazione
Il Comune di Foggia è al centro di un acceso dibattito che vede protagonisti i consiglieri comunali e l’amministrazione in merito alla gestione dei bandi di concorso e delle progressioni verticali. In un clima di crescente tensione, emergono dubbi sulla trasparenza e sulla correttezza delle procedure adottate, alimentando il malcontento non solo tra i consiglieri, ma anche tra i dipendenti comunali.
Progressioni verticali in deroga e bandi modificati
La vicenda ha preso una piega controversa con l’annullamento e la successiva sostituzione di alcuni bandi per progressioni verticali. Tali modifiche hanno introdotto requisiti più stringenti, generando perplessità tra i consiglieri. Uno degli aspetti più discussi riguarda l’obbligo di iscrizione all’albo dei geometri per alcune figure tecniche, un requisito che, secondo il consigliere Dem Mario Cagiano, limita l’accesso rispetto alla versione precedente dei bandi.
Nel caso del bando per istruttore informatico, è stata eliminata la valorizzazione dell’anzianità di servizio all’interno dell’ente, una scelta che ha sollevato ulteriori interrogativi. Inoltre, l’esclusione della valutazione delle performance è stata giustificata dal dirigente Giuseppe Marchitelli come una misura applicabile solo alle progressioni orizzontali, non a quelle verticali. Tuttavia, le spiegazioni non hanno dissipato le riserve dei consiglieri, alimentando un clima di sfiducia.
Le critiche dei consiglieri
Un elemento centrale della polemica riguarda il mancato coinvolgimento dei consiglieri, anche di maggioranza, nella definizione delle procedure. Nonostante la sindaca avesse dichiarato di aver discusso le modalità di assunzione con le commissioni consiliari, i consiglieri hanno contestato l’assenza di dialogo e trasparenza. “Non siamo mai stati interpellati”, è stata la denuncia unanime.
Il consigliere di opposizione Gino Fusco ha criticato la scelta di adottare un’unica prova scritta, una facoltà prevista dal Decreto PA, ritenendo inadeguato il metodo delle domande a risposta multipla. La stessa posizione è stata ribadita dal consigliere civico Nunzio Angiola, che avrebbe preferito un iter di selezione più rigoroso e articolato, con almeno tre prove.
La difesa dell’amministrazione
In un’audizione presso la Commissione Affari Generali, l’assessora al Personale Daniela Patano ha rimandato ogni chiarimento al dirigente Marchitelli, che si è difeso dalle accuse sostenendo che l’Ufficio del Personale ha operato in modo diligente e che le modifiche ai bandi rispondono a esigenze normative e funzionali. Marchitelli, irritato dai “toni accusatori” percepiti nella convocazione, ha annunciato la preparazione di un dossier per dimostrare l’attività svolta dall’ufficio.
Il ruolo dei sindacati
Anche i sindacati sono intervenuti nel dibattito. Luigi Giorgione della UIL FPL ha difeso gli accordi sottoscritti, sottolineando che la loro posizione non è politica ma basata su interlocuzioni concrete. Tuttavia, il confronto si è rivelato più politico che sindacale, evidenziando ulteriormente la frattura tra amministrazione e consiglio comunale.
Un clima di tensione
Le divergenze tra l’amministrazione e i consiglieri mettono in luce un problema più ampio: l’assenza di dialogo e di coordinamento interno. Mentre la sindaca rivendica la correttezza e la trasparenza del piano assunzionale, i consiglieri lamentano una gestione opaca e poco inclusiva. Il risultato è un clima di tensione che rischia di compromettere ulteriormente la fiducia nelle istituzioni locali.
In attesa di ulteriori sviluppi, la vicenda dei bandi del Comune di Foggia resta un esempio emblematico delle difficoltà che possono sorgere quando mancano comunicazione e collaborazione tra i diversi attori istituzionali.