Arrestato Dino Miucci, il latitante del clan garganico la fine di una fuga di quasi un mese
Dopo quasi un mese di latitanza, si è conclusa la fuga di Leonardo Miucci, conosciuto come “Dino”, 46 anni, figura di spicco del clan mafioso Li Bergolis-Miucci. Dino Miucci è il fratello maggiore di Enzo Miucci, alias “U’ Criatur”, ritenuto il capo del temuto clan dei “montanari”, attivo principalmente nella zona del Gargano, in Puglia. La sua latitanza è iniziata il 16 ottobre scorso, in seguito al maxi blitz “Mari e Monti”, un’operazione delle forze dell’ordine volta a colpire le principali organizzazioni criminali della zona. Con la sua resa, avvenuta spontaneamente, Dino ha deciso di porre fine alla sua fuga dalla giustizia.
Il ruolo di Dino Miucci nel clan: appalti e controllo del territorio
Secondo le indagini degli inquirenti, Dino Miucci rappresentava una figura centrale all’interno della rete criminale dei Li Bergolis-Miucci, specialmente per quanto riguarda la gestione degli appalti pubblici e il controllo della piazza di Manfredonia. Miucci, infatti, era ritenuto il referente per i lavori pubblici del clan, un ruolo di primaria importanza per il controllo economico e l’infiltrazione nelle attività legali. È accusato di associazione mafiosa ed estorsione, crimini che rientrano in una strategia di estensione dell’influenza del clan in vari settori economici e nella vita quotidiana dei comuni del Gargano.
Le intercettazioni e le testimonianze dei collaboratori di giustizia, i cosiddetti “pentiti”, tracciano un profilo di Miucci come attivo partecipante a tutti i principali summit della sua organizzazione. Il suo ruolo nei vertici mafiosi era considerato fondamentale per le decisioni strategiche, e il suo potere era consolidato anche grazie alla capacità di apparire “affabile” e persuasivo. Emblematico in questo senso è il commento di Giovanni Caterino, noto come basista della strage di San Marco, che riferendosi a Miucci aveva dichiarato: “Quando parla sembra un santo”. Un’immagine che racconta la doppia natura di Dino Miucci, capace di usare carisma e retorica per mantenere la propria autorità nel mondo criminale.
L’operazione “Mari e Monti”: un duro colpo alla criminalità organizzata garganica
L’operazione “Mari e Monti”, che ha portato alla latitanza e poi alla cattura di Dino Miucci, rappresenta una delle più grandi offensive condotte contro le organizzazioni mafiose del Gargano. L’indagine ha rivelato una vasta rete di criminalità che opera attraverso un controllo capillare del territorio, basato su intimidazioni, estorsioni e un sistema di alleanze e connivenze in grado di condizionare la vita economica e sociale dell’area. Il blitz ha coinvolto numerosi membri del clan, mettendo in luce una struttura organizzativa di stampo mafioso che gestisce traffici illeciti, appalti pubblici, e una fitta rete di complicità.
La cattura di Dino Miucci potrebbe rappresentare un passo importante nella disarticolazione del clan dei montanari. Con il suo arresto, le forze dell’ordine sperano di poter indebolire ulteriormente il potere criminale dei Li Bergolis-Miucci, già provato dalle recenti ondate di arresti.
Impatto sull’opinione pubblica e sulla lotta alla mafia in Puglia
La fine della latitanza di Dino Miucci ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica, che ha assistito negli ultimi anni a una crescente escalation della violenza mafiosa in Puglia, e in particolare nel Gargano. Le istituzioni locali e i cittadini hanno accolto con favore la notizia, che simboleggia un importante successo nella lunga lotta contro le infiltrazioni mafiose in una regione storicamente segnata dalla presenza di organizzazioni criminali.
Questo arresto dimostra l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrastare la criminalità organizzata pugliese, che sempre più spesso viene messa in ginocchio da operazioni complesse e articolate come quella di “Mari e Monti”. Tuttavia, il cammino è ancora lungo: il Gargano resta una delle aree italiane in cui la mafia ha una forte presa sul territorio, e il lavoro per smantellare definitivamente queste reti criminali richiederà una collaborazione continua tra istituzioni, forze dell’ordine e società civile.
L’arresto di Dino Miucci segna una vittoria simbolica e pratica nella lotta alla mafia garganica. La sua resa, dopo settimane di latitanza, potrebbe rappresentare un’occasione di ripartenza per Manfredonia e i territori circostanti, da anni soffocati dall’influenza del clan dei montanari. Il caso Miucci evidenzia l’importanza delle indagini a lungo termine e della tenacia nella lotta contro le organizzazioni mafiose che minacciano il tessuto sociale ed economico del sud Italia.