Bari:La conclusione della Commissione di Accesso sul Comune nessun condizionamento mafioso, ma possibili misure preventive
Dopo sei mesi di approfondite indagini, la commissione di accesso incaricata di esaminare la situazione amministrativa del Comune di Bari ha concluso il proprio lavoro senza riscontrare elementi che giustificherebbero un provvedimento di scioglimento per infiltrazioni mafiose. La ricostruzione, condotta dal prefetto Francesco Russo e composta da oltre 10.000 pagine di documenti, raccolte tra marzo e settembre, attraverso 30 audizioni e varie analisi documentali, non ha rilevato “forme di condizionamento” o “concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso” nei confronti degli amministratori comunali.
Questa conclusione potrebbe avere un impatto significativo, poiché sembrerebbe escludere, al momento, l’adozione di misure drastiche come lo scioglimento del consiglio comunale. Tuttavia, il quadro complessivo non è del tutto privo di criticità. Alcune situazioni meritevoli di attenzione, pur non essendo gravi al punto di giustificare lo scioglimento, potrebbero spingere il Viminale a considerare un intervento differente.
Il ruolo del Viminale e il precedente di Roma
Nonostante l’assenza di prove schiaccianti per un coinvolgimento della mafia, il ministro dell’Interno ha comunque la facoltà di esaminare diversamente i risultati della commissione. Potrebbe decidere di adottare un “provvedimento utile a far cessare immediatamente il pregiudizio in atto”, una misura simile a quella adottata per il Comune di Roma all’epoca dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”. In quell’occasione, infatti, invece di procedere con lo scioglimento totale del Consiglio comunale, fu scelta una soluzione intermedia per affrontare le problematiche senza l’adozione della misura più estrema.
Questa strada potrebbe essere percorsa anche a Bari, sebbene non ci siano indicazioni che il Comune si trovi di fronte a una situazione così compromessa. Tale provvedimento intermedio servirebbe a rimediare a eventuali vulnerabilità amministrative o a limitare rischi potenziali, dimostrando comunque una certa fermezza nel preservare l’integrità dell’amministrazione pubblica.
Le conclusioni davanti al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza
Il prefetto Francesco Russo ha presentato ieri il rapporto finale davanti al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, che comprende anche il procuratore distrettuale antimafia Roberto Rossi. La valutazione di questo comitato, pur non essendo vincolante, rappresenta un passaggio fondamentale prima dell’invio delle conclusioni al ministero dell’Interno. Le informazioni raccolte sono coperte dal segreto di Stato, una misura volta a garantire la riservatezza necessaria in una fase così delicata e sensibile dell’analisi.
Le prospettive future: controllo e prevenzione
Pur essendo scongiurato per il momento il rischio di uno scioglimento per infiltrazioni mafiose, la relazione della commissione di accesso potrebbe segnalare al Viminale la necessità di mantenere alta la vigilanza su specifici ambiti dell’amministrazione locale, garantendo così la sicurezza e la legalità del governo cittadino. Questo tipo di monitoraggio, che mira a prevenire piuttosto che reprimere, può rappresentare un modello virtuoso, evitando misure radicali ma assicurando che la pubblica amministrazione operi in condizioni di trasparenza e integrità.
In conclusione, la situazione del Comune di Bari evidenzia l’importanza di una sorveglianza attenta e di una risposta istituzionale proporzionata. L’eventuale decisione di adottare un provvedimento intermedio rispecchierebbe la linea di una gestione attenta alla prevenzione dei rischi, senza la necessità di estremi interventi. La scelta finale, comunque, spetterà al ministro dell’Interno, che dovrà bilanciare il bisogno di sicurezza con il rispetto dell’autonomia amministrativa, garantendo al contempo ai cittadini di Bari un governo libero da ogni ombra di condizionamento criminale.