Foggia:La Criminalità Foggiana e il Dramma del Racket Giulio Golia svela il clima di paura tra i commercianti
La provincia di Foggia è da anni soffocata da una piaga che impoverisce l’economia locale e tiene in scacco decine di imprenditori e commercianti: il racket. Un fenomeno criminale radicato e in espansione, alimentato dalla “quarta mafia”, il cui controllo sull’economia del territorio è sempre più forte e spietato. Giulio Golia, inviato della trasmissione televisiva Le Iene di Italia 1, ha recentemente fatto luce su questa drammatica realtà. La sua inchiesta a Foggia, “vincitrice” della classifica delle città meno vivibili d’Italia per il 2023, svela il volto oscuro della città e le storie di chi vive sotto la minaccia costante del pizzo.
Il quadro che emerge dalle testimonianze raccolte è desolante e allo stesso tempo scioccante: una serie di imprenditori e negozianti, costretti a versare ingenti somme alla criminalità organizzata per continuare a lavorare senza rischiare ritorsioni. Le loro parole sono uno specchio della paura e della rassegnazione che avvolgono la città. Uno di loro riassume la situazione con una frase lapidaria: “Se devi convivere con loro, devi pagare”. Pagare per non essere danneggiati, per non subire intimidazioni, per poter aprire la saracinesca ogni mattina senza il timore di trovare l’attività in fiamme.
Il Peso della Corruzione: Quando Lo Stato Tradisce
Il racconto di Sandro, titolare di uno studio a Foggia, descrive una situazione ancora più inquietante: trent’anni fa, appena avviata l’attività, gli venne chiesto di pagare 30 milioni di lire, una cifra che per molti significava un vero e proprio salasso. Sandro si rivolse alle forze dell’ordine, fiducioso che la giustizia lo avrebbe protetto. Tuttavia, la risposta che ricevette fu un duro colpo: un poliziotto gli consigliò di non denunciare e di consultare piuttosto il suo commercialista. Perché? Perché quel poliziotto era “culo e camicia” con l’estorsore.
Questa denuncia mostra come la presenza della criminalità non si limiti alle strade, ma si estenda anche in ambiti che dovrebbero rappresentare la legalità e la sicurezza. La connivenza tra alcuni rappresentanti delle istituzioni e la malavita locale aggrava una situazione già difficile, lasciando i cittadini nella totale sfiducia nei confronti dello Stato e della giustizia.
Il Ricatto Invisibile: La Paura di Investire
In molti, per evitare di attirare l’attenzione della malavita, scelgono di rinunciare a migliorare la propria attività. “Se miglioro la vetrina vuol dire che ho fatto qualche soldo in più e allora non lo faccio”, racconta un commerciante. Un altro sottolinea come pagare il pizzo sia considerato quasi una consuetudine: “Gli altri? Pagano”. In questa spirale di paura e omertà, ogni segnale di benessere o miglioramento viene interpretato dalla criminalità come un’occasione per chiedere di più.
Il timore per il futuro ha effetti devastanti: molti commercianti evitano di investire in ristrutturazioni o innovazioni, nella speranza di non attirare attenzione indesiderata. Questo comportamento, purtroppo, finisce per impoverire ulteriormente la città, rallentando lo sviluppo e soffocando qualsiasi tentativo di crescita economica.
Il Ruolo Dei Minorenni: “Cani Sciolti” in Azione
La situazione diventa ancor più allarmante quando si considera il ruolo dei giovanissimi. Secondo alcuni commercianti, sono proprio i minorenni a rendere la situazione fuori controllo. Ragazzini tra i 12 e i 14 anni agiscono come “cani sciolti”, con meno timori e più inclinazione alla violenza rispetto agli adulti. Piazza Mercato è un luogo emblematico di questo fenomeno: giovani bande che minacciano e spaventano i passanti, spesso con atteggiamenti spavaldi e senza scrupoli.
Gli stessi commercianti affermano che questi ragazzi sono una minaccia più tangibile delle organizzazioni criminali vere e proprie. Se le “famiglie” si concentrano principalmente su costruttori e imprenditori di grosso calibro, i minorenni si scagliano senza distinzioni su negozianti e piccole attività, contribuendo ad alimentare il clima di insicurezza che regna in città.
Un Appello per la Legalità
Le testimonianze raccolte da Giulio Golia rivelano una realtà di oppressione e violenza che richiede una risposta forte e decisa. Le autorità devono intervenire per garantire protezione a chi ha il coraggio di denunciare, spezzando il legame perverso tra criminalità e alcune istituzioni corrotte. La piaga del racket, infatti, non è solo un problema dei commercianti di Foggia, ma una minaccia che rischia di diffondersi e radicarsi in altre realtà del Paese.
La speranza è che l’inchiesta di Golia e la denuncia dei media accendano i riflettori su questa situazione e sollecitino una risposta concreta. Gli imprenditori foggiani, così come tutti i cittadini, hanno diritto a vivere e lavorare in un ambiente sicuro, dove lo Stato rappresenti davvero una forza di difesa e di giustizia.