Bari:Michele De Tullio, il Riesame Revoca la Custodia Cautelare Non Sussiste il Pericolo di Reiterazione
Bari – Il Tribunale del Riesame di Bari ha deciso di revocare la custodia cautelare a Michele De Tullio, detto “Sottoghiaccio”, 60enne incensurato ma ritenuto vicino al clan Parisi. La decisione del Riesame segue il rinvio della Cassazione, che aveva accolto il ricorso degli avvocati di De Tullio in merito alla necessità di una misura cautelare. Il Riesame ha infatti concluso che il quadro probatorio a carico di De Tullio non soddisfa il requisito dell’attualità del pericolo di reiterazione dei reati, considerando che le condotte contestate risalgono all’agosto 2020.
Le Accuse di Voto di Scambio e Estorsione
Le accuse contro De Tullio, cognato del boss Savino Parisi e considerato uomo di fiducia di Tommaso Lovreglio, altro esponente di spicco del clan, riguardano reati di voto di scambio e di estorsione legati all’Amtab, l’azienda di trasporti pubblici di Bari. Secondo l’impostazione dell’accusa, De Tullio e Lovreglio avrebbero usato la loro posizione all’interno dell’azienda per esercitare pressioni e ottenere favori, configurandosi come la “faccia pulita” del clan Parisi, in grado di intrattenere rapporti e influenzare le decisioni dell’Amtab e di altri interlocutori locali.
Il Riesame e la Mancanza di Pericolo di Reiterazione
Il Riesame ha esaminato nel dettaglio gli atti prodotti dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Bari e ha ritenuto che le prove raccolte non siano sufficienti a dimostrare un rischio attuale di reiterazione delle condotte da parte di De Tullio. Tra gli elementi presi in considerazione figura la testimonianza dell’ex dirigente dell’Amtab, Gianni Del Core, il quale avrebbe confermato di essere stato sottoposto a pressioni da De Tullio e Lovreglio per assumere persone vicine al clan. Tuttavia, Del Core è andato in pensione nel dicembre 2019 e non è in grado di riferire sugli eventi successivi alla sua uscita dall’azienda, circostanza che ha portato il Riesame a ridimensionare la portata delle accuse.
La Posizione della Dda e le Frequentazioni di De Tullio
Un’ulteriore informativa della Mobile, redatta il 12 ottobre, ha aggiornato il quadro probatorio. La Dda ha sottolineato che la nuora di De Tullio risultava assunta presso la Gsa, una società che si occupava di portierato per conto dell’Amtab, assunzione che sarebbe stata ottenuta grazie a minacce da parte di affiliati al clan Parisi. Il Riesame ha però considerato che la prova delle frequentazioni tra il figlio di De Tullio e pregiudicati vicini al clan Parisi non è sufficiente a giustificare la misura della custodia cautelare in assenza di un concreto pericolo di reiterazione.
Un Caso che Solleva Interrogativi sulla Lotta alla Criminalità Organizzata
La revoca della custodia cautelare per Michele De Tullio rappresenta un momento cruciale in un’indagine che ha coinvolto figure di spicco e connessioni tra ambienti imprenditoriali e criminali. Sebbene la Dda abbia presentato elementi che mostrerebbero il tentativo del clan Parisi di consolidare il proprio potere attraverso il controllo di attività e assunzioni, il Riesame ha valutato che l’attualità delle condotte non sia dimostrata, facendo cadere il pericolo immediato di reiterazione.
La decisione del Riesame pone interrogativi sui criteri di applicazione delle misure cautelari e sulla complessità di dimostrare la pericolosità attuale di individui ritenuti vicini a organizzazioni criminali ma senza precedenti penali diretti.