Bari:Clan Parisi e appalti il caso Amtab e le infiltrazioni nelle società di partecipate del comune”problema di tutte le città”

Bari, 26 ottobre 2024 – Le infiltrazioni mafiose che hanno portato al commissariamento dell’Amtab, l’azienda comunale dei trasporti, hanno rivelato un sistema esteso e ramificato, legato al clan Parisi e capace di estendersi a più società affidatarie di appalti comunali. Questo retroscena emerge con forza dalle motivazioni pubblicate dal Tribunale del Riesame, che ha disposto la scarcerazione di Michele De Tullio, ex dipendente dell’Amtab arrestato lo scorso febbraio per presunti legami con il clan.

De Tullio, cognato del boss Savino Parisi e legato a esponenti di spicco del clan come Battista e Tommaso Lovreglio, era accusato di aver operato come intermediario tra Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, e il clan per favorire l’elezione della moglie di Olivieri, Mari Lorusso, nelle elezioni amministrative del 2019. Nelle accuse, De Tullio e Lovreglio rappresentano la “faccia pulita” del clan Parisi, in grado di esercitare pressioni per garantire vantaggi e favori nelle assunzioni e negli appalti.

Il caso ha preso una svolta quando la Cassazione ha accolto il ricorso di De Tullio, richiedendo una revisione delle misure cautelari. Il Riesame ha concluso che le prove non giustificavano il rischio di reiterazione dei reati, poiché le accuse riguardano condotte risalenti ad agosto 2020. Tuttavia, la Procura di Bari e la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), rappresentate dai pm Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino, continuano a monitorare il contesto di Amtab e delle società collegate per identificare l’estensione delle infiltrazioni.

Un punto cruciale emerso durante il riesame è stato il ruolo di Gianni Del Core, ex dirigente dell’Amtab, oggetto delle presunte pressioni di De Tullio e Lovreglio per favorire l’assunzione di persone vicine al clan. Del Core ha confermato i fatti precedenti alla sua pensione nel dicembre 2019, senza però avere informazioni sugli eventi successivi alla sua uscita. L’informativa della Squadra Mobile del 12 ottobre ha rivelato che la nuora di De Tullio è stata assunta nella Gsa, società incaricata della gestione del portierato per Amtab, in seguito a pressioni del clan Parisi sui responsabili della filiale di Bari. Anche il figlio di De Tullio, marito della donna, è stato osservato in contatti con pregiudicati legati al clan, sebbene tali frequentazioni non siano state giudicate sufficienti per attestare il rischio di reiterazione dei reati.

La prefettura di Bari, incaricata di verificare le infiltrazioni mafiose nei rapporti tra il Comune e le società appaltatrici, sta ora vagliando gli atti delle indagini per formulare una relazione al prefetto Francesco Russo. Il prefetto, con il parere del Comitato per l’ordine e la sicurezza, dovrà inoltrare al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, le sue conclusioni. La riunione del Comitato, che coinvolgerà anche il procuratore della Repubblica, è prevista entro il 4 novembre, ma potrebbe essere influenzata dalle imminenti modifiche legislative sul commissariamento dei comuni. Il ministro Piantedosi e il deputato pugliese Mauro D’Attis hanno auspicato una riforma del Testo unico, che permetterebbe interventi mirati e meno drastici dello scioglimento del Comune, per contrastare le infiltrazioni con azioni precise e proporzionate.

La complessa vicenda dell’Amtab, nel cuore delle investigazioni sul clan Parisi, pone una riflessione sul radicamento delle mafie locali nel tessuto economico-sociale. Una realtà che, purtroppo, evidenzia come le organizzazioni criminali siano capaci di inserirsi nei meccanismi dell’amministrazione pubblica, mettendo a rischio trasparenza e legalità.

Clan Parisi e appalti: il caso Amtab e le infiltrazioni nelle società di Bari

Bari, 26 ottobre 2024 – Le infiltrazioni mafiose che hanno portato al commissariamento dell’Amtab, l’azienda comunale dei trasporti, hanno rivelato un sistema esteso e ramificato, legato al clan Parisi e capace di estendersi a più società affidatarie di appalti comunali. Questo retroscena emerge con forza dalle motivazioni pubblicate dal Tribunale del Riesame, che ha disposto la scarcerazione di Michele De Tullio, ex dipendente dell’Amtab arrestato lo scorso febbraio per presunti legami con il clan.

De Tullio, cognato del boss Savino Parisi e legato a esponenti di spicco del clan come Battista e Tommaso Lovreglio, era accusato di aver operato come intermediario tra Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, e il clan per favorire l’elezione della moglie di Olivieri, Mari Lorusso, nelle elezioni amministrative del 2019. Nelle accuse, De Tullio e Lovreglio rappresentano la “faccia pulita” del clan Parisi, in grado di esercitare pressioni per garantire vantaggi e favori nelle assunzioni e negli appalti.

Il caso ha preso una svolta quando la Cassazione ha accolto il ricorso di De Tullio, richiedendo una revisione delle misure cautelari. Il Riesame ha concluso che le prove non giustificavano il rischio di reiterazione dei reati, poiché le accuse riguardano condotte risalenti ad agosto 2020. Tuttavia, la Procura di Bari e la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), rappresentate dai pm Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino, continuano a monitorare il contesto di Amtab e delle società collegate per identificare l’estensione delle infiltrazioni.

Un punto cruciale emerso durante il riesame è stato il ruolo di Gianni Del Core, ex dirigente dell’Amtab, oggetto delle presunte pressioni di De Tullio e Lovreglio per favorire l’assunzione di persone vicine al clan. Del Core ha confermato i fatti precedenti alla sua pensione nel dicembre 2019, senza però avere informazioni sugli eventi successivi alla sua uscita. L’informativa della Squadra Mobile del 12 ottobre ha rivelato che la nuora di De Tullio è stata assunta nella Gsa, società incaricata della gestione del portierato per Amtab, in seguito a pressioni del clan Parisi sui responsabili della filiale di Bari. Anche il figlio di De Tullio, marito della donna, è stato osservato in contatti con pregiudicati legati al clan, sebbene tali frequentazioni non siano state giudicate sufficienti per attestare il rischio di reiterazione dei reati.

La prefettura di Bari, incaricata di verificare le infiltrazioni mafiose nei rapporti tra il Comune e le società appaltatrici, sta ora vagliando gli atti delle indagini per formulare una relazione al prefetto Francesco Russo. Il prefetto, con il parere del Comitato per l’ordine e la sicurezza, dovrà inoltrare al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, le sue conclusioni. La riunione del Comitato, che coinvolgerà anche il procuratore della Repubblica, è prevista entro il 4 novembre, ma potrebbe essere influenzata dalle imminenti modifiche legislative sul commissariamento dei comuni. Il ministro Piantedosi e il deputato pugliese Mauro D’Attis hanno auspicato una riforma del Testo unico, che permetterebbe interventi mirati e meno drastici dello scioglimento del Comune, per contrastare le infiltrazioni con azioni precise e proporzionate.

La complessa vicenda dell’Amtab, nel cuore delle investigazioni sul clan Parisi, pone una riflessione sul radicamento delle mafie locali nel tessuto economico-sociale. Una realtà che, purtroppo, evidenzia come le organizzazioni criminali siano capaci di inserirsi nei meccanismi dell’amministrazione pubblica, mettendo a rischio trasparenza e legalità problema di tutte le città della Puglia.

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