San Severo(FG):Fiaccolata in memoria di Celeste Palmieri la comunità si stringe attorno ai suoi figli
Il 22 ottobre, una commovente fiaccolata ha attraversato le vie di San Severo, per ricordare Celeste Palmieri, vittima di femminicidio, uccisa dal marito. Il corteo è partito da via Salvemini, il luogo della tragedia, dove la donna è stata colpita a morte. Un intero paese si è unito in un abbraccio simbolico ai cinque figli di Celeste – Giusy, Adriana, Giovanni, Alessia e Matteo – lasciati orfani da una violenza che ha scosso profondamente la comunità.
Alla manifestazione hanno partecipato non solo familiari e amici della vittima, ma anche le autorità civili, religiose e militari. Numerose associazioni di volontariato e del terzo settore, realtà sportive e tutte le scuole di San Severo, di ogni ordine e grado, hanno voluto essere presenti per testimoniare la loro solidarietà. Tra i partecipanti, si sono uniti anche molti sindaci dei comuni limitrofi, segno della portata del dramma che ha toccato l’intera area.
Il corteo ha percorso alcune delle vie principali del paese – viale 2 Giugno, via Padre Matteo d’Agnone, corso Garibaldi e corso Vittorio Emanuele – fino a giungere in piazza Municipio. Qui, davanti a una folla silenziosa e commossa, si è tenuto il momento conclusivo della manifestazione, con un discorso della sindaca Lidya Colangelo.
Visibilmente commossa e con la voce rotta dalle lacrime, la sindaca ha sottolineato che questo non è solo un momento di retorica o celebrazione, ma un’occasione per riflettere e agire concretamente contro la violenza di genere. Ha annunciato che il comune di San Severo, in collaborazione con il tribunale di Bari, stipulerà un protocollo d’intesa per l’apertura di uno sportello di pronto intervento dedicato ai minori. Questa iniziativa mira a prevenire e affrontare situazioni di violenza familiare, offrendo un sostegno immediato e qualificato ai più vulnerabili.
La fiaccolata di San Severo non è stata solo un gesto di ricordo, ma una richiesta corale di giustizia e di cambiamento. La comunità, unita nel dolore, ha voluto lanciare un forte segnale: la violenza non deve essere più tollerata, e chi rimane – i figli di Celeste, in questo caso – deve essere protetto e sostenuto con tutti i mezzi possibili.