Amendola(FG): I sottufficiali prendevano dai 5.000 ai 130.000 euro, avrebbero garantito ai candidati l’accesso alle prove

L’inchiesta che coinvolge 38 imputati per presunte mazzette legate a concorsi militari e nelle forze dell’ordine potrebbe presto finire sotto il vaglio della Corte costituzionale. I pubblici ministeri Enrico Infante e Miriam Lapalorcia hanno sollevato una questione di legittimità costituzionale davanti al giudice dell’udienza preliminare (gup) Michela Valente, riguardante la nuova normativa che ha ristretto l’ambito del reato di traffico di influenze illecite, uno dei capi d’accusa del processo. I pm sostengono che questa nuova legge contrasti con la normativa europea.

Il giudice si è riservato di decidere nella prossima udienza. Se riterrà l’eccezione infondata, il processo continuerà; al contrario, se la riterrà fondata, trasmetterà gli atti alla Corte costituzionale, e il processo sarà sospeso in attesa di una pronuncia.

Al centro dell’inchiesta, che ha portato al blitz del 15 giugno 2023 con sei ordinanze cautelari, c’è un presunto sistema corruttivo che coinvolge 4 sottufficiali dell’Aeronautica Militare, 2 ufficiali della stessa forza armata, un ufficiale in pensione, un ufficiale della Guardia di Finanza, un impiegato del Ministero della Pubblica Istruzione, un medico e diversi familiari di aspiranti avieri, carabinieri e finanzieri. I fatti contestati risalgono al 2021 e al 2022 e riguardano concorsi per l’arruolamento di avieri, marescialli, carabinieri e ufficiali.

Secondo l’accusa, i sottufficiali avrebbero organizzato un sistema in cui, dietro il pagamento di mazzette che variavano dai 5.000 ai 130.000 euro, avrebbero garantito ai candidati l’accesso alle prove d’esame in anticipo o avrebbero interceduto per farli superare. Le tangenti avrebbero compreso, oltre al denaro, regali come orologi Rolex. Gli imputati principali sono due sottufficiali di stanza all’aeroporto di Amendola, ritenuti dagli inquirenti i perni del sistema. L’accusa si basa su intercettazioni telefoniche e testimonianze.

I difensori degli imputati contestano la ricostruzione dei fatti, sostenendo che i loro assistiti si limitavano a preparare i candidati per gli esami, fornendo loro solo domande statisticamente più frequenti. Inoltre, negano qualsiasi contatto con gli esaminatori e qualsiasi possibilità di corruzione, respingendo l’idea che i successi dei candidati fossero dovuti ad azioni illecite.

Un altro punto critico del processo è l’inutilizzabilità delle intercettazioni, una delle prove chiave, sollevata dalle difese. Inoltre, i legali chiedono il proscioglimento dei loro assistiti in base alla nuova legge sul traffico di influenze illecite, riformata nel luglio 2023. La nuova normativa, introdotta con la legge Severino nel 2012, ha ora ristretto l’ambito di applicazione del reato, stabilendo che le relazioni tra mediatore e pubblico ufficiale devono essere reali e non semplicemente millantate, e deve esserci un vantaggio economico concreto. In base a queste modifiche, i difensori chiedono il proscioglimento degli imputati, mentre i pm si sono opposti.

L’esito di queste decisioni sarà determinante per il futuro del processo, e un eventuale ricorso alla Corte costituzionale potrebbe bloccare il procedimento in attesa della pronuncia dei giudici.

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