Foggia:Multe cancellate ed esami truccati processi conclusi con prescrizioni
Due inchieste, iniziate con grande clamore mediatico e con decine di imputati, si sono concluse con prescrizioni e poche condanne. Si tratta del caso delle multe cancellate e dell’operazione “Walkie Talkie” relativa agli esami truccati alla Motorizzazione civile per il rilascio delle patenti.
Il caso delle multe cancellate
L’inchiesta, avviata nell’estate del 2008, coinvolgeva 24 persone tra vigili urbani, ex assessori e privati cittadini, accusati di falsi e abusi d’ufficio per la cancellazione illecita di contravvenzioni per violazioni al codice della strada. Si contestavano 41 capi d’imputazione.
Nel luglio 2009, il processo iniziò per 18 degli imputati, ma i tempi della giustizia si rivelarono estremamente lunghi. Dopo otto anni, nel 2017, 16 degli imputati beneficiarono della prescrizione, che estinse i reati a loro contestati. Due vigili, rinunciando alla prescrizione, scelsero di essere giudicati nel merito e furono assolti.
L’operazione “Walkie Talkie” e gli esami truccati
L’altra indagine riguarda un’operazione condotta il 1° giugno 2010, soprannominata “Walkie Talkie”. Questo blitz smascherò un’organizzazione che avrebbe orchestrato esami truccati alla Motorizzazione civile per il conseguimento della patente. Il blitz portò all’emissione di 66 ordinanze cautelari, con 36 arresti e 28 obblighi di dimora. I reati contestati includevano associazione per delinquere, corruzione, truffa, falso, sostituzione di persona e spaccio di stupefacenti.
Le richieste di rinvio a giudizio furono 64, ma già nei primi anni diversi imputati optarono per patteggiamenti o riti abbreviati. Si contarono 16 patteggiamenti e, tramite rito abbreviato, 10 imputati furono condannati, mentre 3 vennero assolti. Il processo per i restanti 35 imputati iniziò il 26 ottobre 2010.
Tuttavia, anche in questo caso, i tempi della giustizia si allungarono fino a far scattare la prescrizione nel 2020, lasciando il procedimento incompiuto per la maggior parte degli imputati.
Questi due episodi sollevano interrogativi sulla gestione dei tempi della giustizia, evidenziando come la lentezza dei processi possa vanificare anni di indagini e portare, in molti casi, all’estinzione dei reati senza arrivare a un verdetto.