Bari:Clan Parisi-Palermiti: Certificati Medici Falsi e Collusioni con Le Forze dell’Ordine nelle Chat Segrete decriptate dalla DDA

Un’inchiesta senza precedenti sta svelando i segreti più oscuri del clan mafioso Parisi-Palermiti di Japigia, uno dei più potenti gruppi criminali di Bari. Grazie a un’indagine internazionale condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Bari, con il supporto dell’FBI, Europol e le polizie di Svezia, Paesi Bassi e Australia, le chat criptate degli affiliati sono state decodificate, permettendo agli inquirenti di gettare nuova luce su una rete di collusioni, corruzione e violenza che ruotava attorno al potente clan.

Certificati Medici Falsi per Scarcerazioni Facili

Uno degli aspetti più inquietanti emersi dalle chat decriptate riguarda l’uso di certificati medici fasulli per ottenere scarcerazioni facilitate. Membri di alto livello del clan, inclusi pregiudicati di rilievo come Giovanni Palermiti, figlio del capo clan Eugenio, e Michele Parisi “Gelatina”, fratello del boss Savinuccio, avrebbero sfruttato falsi certificati medici per sfuggire al carcere. Questi documenti, ottenuti con la complicità di alcuni medici corrotti, descrivevano condizioni di salute inesistenti o esagerate, inducendo i giudici a concedere misure cautelari meno stringenti.

Collusioni con la Procura e Le Forze dell’Ordine

L’inchiesta ha inoltre rivelato una rete di presunti “amici” del clan all’interno della Procura e delle forze dell’ordine. Questi complici avrebbero informato i membri del clan Parisi-Palermiti dei blitz e dei controlli imminenti, permettendo loro di eludere le operazioni delle forze di polizia. Le chat decriptate mostrano chiaramente come il clan fosse in grado di anticipare le mosse delle autorità grazie a queste “talpe” interne, consolidando ulteriormente il loro potere sul territorio e rafforzando la loro percezione di intoccabilità.

Le Spedizioni Punitive e Le Purghe Interne

L’indagine ha permesso di entrare nelle dinamiche interne del clan, comprese le spedizioni punitive contro i sodali ritenuti infedeli o che avevano contravvenuto agli ordini dei capi. Le chat descrivono episodi di violenza, intimidazione e punizioni esemplari, spesso condotte in perfetto stile mafioso. Il clan, fedele ai rituali della camorra, si serviva di queste azioni per mantenere il controllo interno e scoraggiare qualsiasi tentativo di tradimento o disobbedienza.

Tra i membri coinvolti nelle chat segrete, figurano anche Filippo Mineccia, genero del boss Eugenio Palermiti, e i nipoti dei due leader di Japigia, Antonino Palermiti e Radames Parisi. Le conversazioni intercettate tra febbraio 2020 e marzo 2021 non solo rivelano la pianificazione di queste azioni punitive, ma mettono in luce anche un’organizzazione criminale ben strutturata e con forti legami familiari.

La Piattaforma Criptata «SKY ECC»

I mafiosi baresi utilizzavano la piattaforma canadese «SKY ECC», uno strumento tecnologico considerato sicuro e inviolabile fino alla sua decodifica da parte delle autorità. Grazie a un’operazione internazionale condotta dall’FBI e da Europol, è stato possibile decriptare oltre 20 milioni di messaggi provenienti da circa 11.800 dispositivi utilizzati da sospetti criminali in tutto il mondo. Tra questi messaggi, quelli scambiati dai membri del clan Parisi-Palermiti hanno fornito preziose informazioni non solo sulle attività criminali in corso, ma anche sulla struttura interna e i rapporti di potere all’interno del gruppo.

Una “Miniera” di Informazioni per l’Antimafia

Secondo gli inquirenti della DDA, quanto scoperto nelle chat rappresenta una “miniera” di informazioni determinanti per le indagini future. Le conversazioni decodificate non solo consentiranno di proseguire le indagini su ulteriori aspetti della criminalità organizzata barese, ma forniranno anche una visione aggiornata e profonda delle dinamiche del clan Palermiti. L’analisi di questi messaggi ha permesso di comprendere come la composizione del gruppo sia cambiata in seguito alla collaborazione con la giustizia di uno dei leader storici del clan, Domenico Milella.

Il Processo «Codice Interno»

Le prove raccolte tramite l’operazione internazionale sono state depositate dai pubblici ministeri Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino nel corso del processo «Codice Interno» contro il clan Parisi. Il dossier, suddiviso in diciannove capitoli, racconta una vasta gamma di crimini: dalle estorsioni alle minacce, dai rituali mafiosi alla gestione dei corrieri della droga, fino ai rapporti di collusione con pubblici ufficiali. La mole di informazioni acquisite sta contribuendo a delineare un quadro sempre più completo del mondo criminale barese e delle sue ramificazioni.

L’inchiesta sulle chat decriptate del clan Parisi-Palermiti rappresenta un colpo durissimo alla criminalità organizzata pugliese. Le informazioni emerse stanno già portando a nuove indagini e potrebbero scardinare ulteriori reti di collusione tra il clan e figure di rilievo all’interno delle istituzioni. Questa operazione non solo mostra il potenziale delle collaborazioni internazionali nella lotta al crimine, ma rappresenta anche un passo fondamentale verso il disfacimento di uno dei clan più pericolosi del Sud Italia.

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