Foggia:Lo stato delle nostre strade un’emergenza trascurata e le risorse non impiegate

Partendo dall’assunto che l’ambiente non è solo natura, ma anche territorio, ossia l’insieme di elementi naturali e artificiali destinati a migliorare la qualità della vita sociale, economica e culturale, non possiamo ignorare lo stato di degrado delle strade italiane. È un tema su cui tutti promettono soluzioni, ma che nei fatti rimane invariato, con strade comunali e provinciali che peggiorano giorno dopo giorno. Nessuna provincia o comune sembra immune da questo problema , nemmeno Foggia, e le cause non sono difficili da identificare: i drastici tagli finanziari subiti dagli enti locali nell’ultimo decennio hanno ridotto le risorse disponibili per la manutenzione stradale.

In questo contesto, emerge una riflessione cruciale: le Regioni incassano ogni anno circa 6,5 miliardi di euro grazie alla tassa automobilistica, il cosiddetto bollo auto. Tuttavia, non si comprende perché parte di queste risorse non vengano destinate alla manutenzione delle strade, che è una delle esigenze più immediate dei cittadini. Prendiamo, ad esempio, la Regione Puglia, dove nei bilanci regionali si fa riferimento a misteriosi “tesoretti” di decine di milioni di euro. Questi fondi, destinati a scopi non sempre chiari, potrebbero invece essere impiegati per sistemare la rete stradale, rispondendo a un bisogno reale e tangibile della popolazione.

È utile ricordare che il bollo auto, introdotto con il D.P.R. del 5 febbraio 1953 n. 39, era stato concepito proprio per finanziare la costruzione e manutenzione delle strade. Secondo l’articolo 10 di tale normativa, i proventi della tassa automobilistica dovevano essere ripartiti tra le Province in base alla superficie territoriale e alla lunghezza delle strade provinciali. Tuttavia, mentre la situazione delle strade comunali e provinciali continua a deteriorarsi, non è affatto chiaro come venga impiegato questo gettito finanziario. È legittimo chiedersi dove finiscano i soldi versati dagli automobilisti, camionisti e motociclisti, visto che le condizioni delle strade, anziché migliorare, peggiorano, creando gravi disagi per chi viaggia e per chi risiede in prossimità di tratti dissestati.

La mancanza di risorse a disposizione dei comuni è evidente. Molti non hanno i fondi necessari per rifare il manto stradale, dovendo fare i conti con bilanci ormai legati al gettito tributario locale, che a sua volta è compromesso dalla morosità di molti cittadini. La conseguenza è un circolo vizioso: senza entrate sufficienti, i comuni non possono intervenire sulle strade, e le condizioni delle infrastrutture peggiorano ulteriormente. Il problema di fondo, tuttavia, resta l’uso distorto della tassa automobilistica, originariamente pensata per la manutenzione stradale ma ora impiegata per scopi diversi e non sempre trasparenti.

Le strade dissestate rappresentano un pericolo per la sicurezza stradale. Ogni giorno, automobilisti e motociclisti rischiano incidenti a causa di buche, avvallamenti e asfalto sconnesso. I mezzi di trasporto subiscono danni meccanici, mentre nelle aree urbane la rumorosità aumenta al passaggio di veicoli pesanti, aggravando la qualità della vita dei residenti. Non si può ignorare l’urgenza di intervenire per ripristinare la sicurezza sulle nostre strade e garantire una circolazione fluida e sicura.

È difficile capire perché le Regioni non possano destinare una parte delle entrate derivanti dal bollo auto ai comuni per la manutenzione delle strade.

Cosa impedisce una distribuzione più equa e finalizzata di queste risorse?
Non sarebbe questo un intervento essenziale per migliorare la sicurezza stradale e la qualità della vita dei cittadini? Si tratta di un classico “mistero all’italiana”, dove le risorse ci sono, ma non vengono impiegate in modo razionale e trasparente.

Su questo tema, i candidati alle elezioni regionali dovrebbero esprimersi con chiarezza. È arrivato il momento di rispondere alle legittime domande dei cittadini e di chiarire se una parte dei proventi del bollo auto, che ogni anno entrano nelle casse delle Regioni, possa finalmente essere destinata alla sistemazione delle strade. Non si può più permettere che queste risorse si disperdano in mille rivoli, spesso a vantaggio di iniziative di scarso interesse collettivo o, peggio ancora, per meri fini elettorali.

La manutenzione delle strade non è solo una questione di infrastrutture, ma di sicurezza, di qualità della vita e di giustizia sociale. Chi amministra le risorse pubbliche ha il dovere di garantire che queste siano impiegate per il bene comune e non disperse in iniziative improduttive o poco trasparenti. È tempo di riportare al centro del dibattito la questione delle strade dissestate e di dare risposte concrete ai cittadini, che da troppo tempo attendono una soluzione a un problema che riguarda tutti.

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