Foggia:I Foggiani hanno ripianato i conti di AMIU Bari: la denuncia di Leo Di Gioia e il caso della Tari
Negli ultimi vent’anni, i cittadini di Foggia avrebbero inconsapevolmente contribuito al risanamento economico della municipalizzata barese AMIU attraverso il pagamento della Tari. Questo è quanto sostiene Leo Di Gioia, ex assessore regionale al bilancio e all’agricoltura, che, dopo aver analizzato i bilanci dell’azienda, ha espresso la sua sorprendente conclusione in un post su Facebook: sarebbe stata Foggia, e non Bari, a salvare AMIU, sovvertendo la narrativa ufficiale.
La nascita dell’alleanza tra Foggia e Bari
La vicenda risale al 2013, quando AMIU, l’azienda municipalizzata che gestiva la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Bari, si trovava in difficoltà economiche. Un accordo tra i sindaci dell’epoca, Michele Emiliano per Bari e Gianni Mongelli per Foggia, permise l’ingresso di Foggia nel capitale sociale dell’azienda. Il manager Gianfranco Grandaliano orchestrò la fusione, trasformando AMIU in un’azienda regionale, con l’obiettivo di migliorare il servizio di igiene pubblica anche a Foggia.
Tuttavia, analizzando i bilanci di AMIU dal 2001 al 2023, Di Gioia ha evidenziato come l’azienda abbia accumulato perdite significative prima dell’ingresso di Foggia, raggiungendo un totale di 24 milioni di euro di passivo. Ma dal 2013, anno dell’accordo, AMIU ha registrato utili per 46 milioni di euro, di cui la maggior parte (circa 40 milioni) provenienti dalla gestione del servizio di Foggia.
Il peso economico sui foggiani
Secondo l’ex assessore, i cittadini di Foggia hanno pagato un prezzo troppo alto, sostenendo in dieci anni circa “40 milioni in più di quanto dovuto”. La distribuzione dei profitti tra le due città, infatti, risulterebbe fortemente sbilanciata a favore di Bari, con Foggia che avrebbe contribuito in modo determinante al risanamento dell’azienda. Di Gioia accusa dunque una gestione ingiusta, definendola al limite dell’arricchimento indebito, poiché la maggior parte degli utili deriverebbe dal servizio svolto a Foggia, mentre Bari avrebbe beneficiato senza un corrispondente impegno economico.
Le criticità di AMIU sotto esame
La denuncia di Di Gioia arriva in un momento delicato per AMIU. L’azienda è attualmente sotto la lente della commissione d’accesso, che sta indagando sul livello di infiltrazione mafiosa nelle partecipate baresi, alla luce degli scandali che hanno travolto altre municipalizzate come AMTAB. Nonostante queste inchieste siano focalizzate su dinamiche criminali, Di Gioia si concentra invece sull’evoluzione economica e gestionale di AMIU, sollevando questioni di equità nella gestione dei fondi pubblici.
La questione morale ed economica
Il nocciolo della questione sollevata dall’ex assessore riguarda la filosofia di gestione di una società pubblica come AMIU. Di Gioia sottolinea che un’azienda pubblica non dovrebbe perseguire il profitto, ma limitarsi a fornire il miglior servizio possibile al costo più basso. Il fatto che AMIU abbia registrato utili così elevati grazie ai contributi foggiani sembra, secondo l’ex assessore, andare contro questo principio. Sarebbe stato più corretto, sostiene Di Gioia, ridurre la Tari a Foggia piuttosto che accumulare utili. Il principio della parità tra entrate e costi nel servizio pubblico di igiene urbana, che dovrebbe garantire che non si generino profitti ma solo la copertura delle spese, sarebbe stato disatteso.
Conclusione: una richiesta di chiarezza
Di Gioia chiude la sua analisi con un appello alla trasparenza. I numeri, afferma, sono impietosi, ma si augura che vi siano spiegazioni contabili che lui non ha colto e che possano giustificare tale squilibrio tra le due città. Al momento, la questione sollevata dall’ex assessore rimane aperta, in attesa di chiarimenti da parte delle istituzioni coinvolte.
In definitiva, la denuncia di Di Gioia riaccende i riflettori su una vicenda complessa che riguarda non solo la gestione economica di AMIU, ma anche la giustizia sociale e l’equità tra i comuni pugliesi. Saranno necessarie ulteriori verifiche e spiegazioni per rispondere alle domande che questa analisi ha sollevato, ma una cosa è certa: i cittadini di Foggia hanno il diritto di sapere se, e in che misura, i loro contributi abbiano effettivamente finanziato il risanamento di AMIU Bari.