Taranto:Processo “Ambiente Svenduto”Annullata la Sentenza di Primo Grado per Incompetenza Territoriale

Il processo “Ambiente Svenduto”, uno dei più significativi casi giudiziari in Italia legato al reato di disastro ambientale, ha subito un’importante battuta d’arresto. La Corte d’appello di Taranto, presieduta dal giudice Antonio Del Coco, ha annullato la sentenza di primo grado relativa alla gestione dell’ex Ilva da parte del gruppo Riva, un colosso industriale accusato di aver causato gravi danni ambientali nella città ionica.

Le Motivazioni dell’Annullamento

Il motivo centrale dell’annullamento è da ricercarsi in una questione di competenza territoriale. In particolare, nelle motivazioni della sentenza, la Corte d’appello ha evidenziato che due delle parti civili costituite nel processo avevano svolto in precedenza la funzione di giudice di pace, mentre una terza aveva ricoperto il ruolo di esperto nella sezione agraria del Tribunale di Taranto. Questo ha generato, secondo la difesa di alcuni imputati, un possibile conflitto d’interessi che avrebbe compromesso l’imparzialità del processo.

Il punto chiave è rappresentato dalla presunta violazione dell’articolo 11 del codice di procedura penale, che regola i casi di incompetenza territoriale. Secondo la Corte d’appello, questa incompetenza avrebbe dovuto essere rilevata già durante l’udienza preliminare. Tuttavia, il Tribunale di Taranto non aveva preso in considerazione tale elemento, portando così a un vizio processuale che ha inficiato l’intero procedimento.

Le Conseguenze della Decisione

La sentenza di primo grado, che aveva portato a 26 condanne e alla confisca degli impianti ex Ilva, è stata quindi annullata per tutti gli imputati. La decisione ha anche fatto decadere le condanne e la confisca degli impianti, un punto cruciale per il futuro dell’ex stabilimento siderurgico.

In base alle indicazioni della Corte, gli atti del processo saranno trasmessi al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, che dovrà ora decidere come procedere. A Potenza, infatti, si ripartirà dall’udienza preliminare, azzerando di fatto il lavoro svolto fino a questo momento dal Tribunale di Taranto.

La Sospensione delle Provvisionali

Già prima della pausa estiva, la Corte d’appello aveva sospeso le provvisionali, ossia i risarcimenti provvisori stabiliti dai giudici dell’Assise a favore delle parti civili. Questa decisione è stata un preludio all’annullamento completo della sentenza, confermando la volontà di rivedere in toto il procedimento.

Un Processo di Portata Nazionale

Il processo “Ambiente Svenduto” ha una portata rilevante non solo per la città di Taranto, ma per l’intero Paese. Le accuse di disastro ambientale contro l’ex Ilva sono legate a gravi conseguenze per la salute pubblica e l’ambiente, con decenni di inquinamento che hanno segnato profondamente la città pugliese.

L’annullamento della sentenza rappresenta un nuovo capitolo in un processo che ha già visto numerose battaglie legali, con implicazioni sia per il futuro dell’industria siderurgica in Italia sia per la giustizia nei confronti delle vittime del presunto disastro ambientale.

Conclusioni

Con la trasmissione degli atti a Potenza, il processo riparte quasi da zero, e si aprono nuovi scenari sia per gli imputati sia per le parti civili coinvolte. La questione dell’incompetenza territoriale, sebbene tecnica, ha evidenziato ancora una volta la complessità dei grandi processi legati ai reati ambientali, dove giustizia e interessi economici si intrecciano in maniera delicata e intricata.

La decisione della Corte d’appello di Taranto pone l’accento sulla necessità di garantire la piena imparzialità e correttezza nei processi di questa portata, un principio fondamentale per assicurare che la giustizia venga realmente servita.

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