Roma:Il Governo al fianco del personale sanitario, in arrivo l’arresto in flagranza differita per contrastare le aggressioni
Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, purtroppo sempre più frequente negli ospedali italiani, è tornato al centro del dibattito politico. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato che, dopo un confronto con il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, si ritiene che lo strumento più utile per combattere questo problema sia l’introduzione dell’arresto in flagranza di reato, anche in modalità differita. Una misura che mira a garantire una risposta immediata ed efficace contro chi si rende colpevole di atti violenti nei confronti di chi è lì per aiutare e curare.
Il Ministro ha evidenziato l’urgenza di contrastare un fenomeno definito “inaccettabile” e che mina non solo la sicurezza degli operatori sanitari, ma anche la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario. Schillaci ha ricordato che nel corso dell’ultimo anno il governo ha adottato provvedimenti importanti, come l’inasprimento delle pene e la procedibilità d’ufficio per le aggressioni contro i sanitari, ma ha sottolineato come questi interventi non siano più sufficienti di fronte all’aumento degli episodi di violenza. “A breve – ha annunciato – ci sarà un confronto anche con le parti sindacali, per discutere ulteriori misure di protezione per il personale sanitario”.
Una risposta concreta: l’arresto in flagranza differita
Tra le proposte avanzate emerge quella dell’arresto in flagranza differita, ovvero la possibilità di arrestare il responsabile di un’aggressione anche a distanza di tempo, se la dinamica del reato viene chiaramente ricostruita tramite prove video o testimonianze. Un intervento che potrebbe segnare un cambio di passo nella lotta contro le aggressioni.
Anche il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, è intervenuto sul tema, durante la festa dell’Ordine dei Medici di Bari. Gemmato ha ribadito l’importanza di mostrare “la vicinanza dello Stato ai medici”, facendo sentire la presenza delle istituzioni in un momento di grande preoccupazione per il personale sanitario. Ha poi citato il caso di Foggia, dove un episodio di violenza ha colpito duramente la comunità medica, con alcuni medici che hanno confessato di aver temuto per la loro vita.
Un problema culturale e strutturale
Oltre agli strumenti legislativi, il Ministro Schillaci ha sottolineato che il fenomeno delle aggressioni ha radici più profonde, legate anche a un problema culturale. La percezione del personale sanitario come bersaglio di frustrazioni e disagi deve essere affrontata con interventi educativi e con un cambiamento della mentalità collettiva.
Negli ultimi anni, sono stati attivati nuovi posti di polizia negli ospedali, proprio per prevenire episodi di violenza. Tuttavia, l’aumento delle aggressioni indica che è necessario fare di più. “Siamo assolutamente sul pezzo”, ha ribadito il Ministro, sottolineando la determinazione del governo nel trovare soluzioni rapide ed efficaci.
Il ruolo delle parti sindacali e degli ordini professionali
La riunione con gli ordini professionali sanitari, tenutasi a Roma, ha rappresentato un momento importante di confronto tra il governo e i rappresentanti della categoria medica. Le parti sindacali saranno coinvolte nei prossimi passi, per garantire che le nuove misure di sicurezza siano condivise e possano rispondere alle reali esigenze del personale sanitario.
L’introduzione dell’arresto in flagranza differita rappresenta un passo avanti nel rafforzamento della tutela degli operatori sanitari, ma sarà importante affiancare a questa misura altri interventi di natura preventiva e culturale, affinché gli ospedali tornino a essere luoghi sicuri per chi vi lavora e per i pazienti.
In conclusione, lo Stato intende inviare un messaggio chiaro: chi attacca il personale sanitario non resterà impunito. Ma, come ha ricordato il Ministro Schillaci, è altrettanto cruciale promuovere un cambiamento culturale, che restituisca piena dignità e rispetto a chi ogni giorno è in prima linea per garantire la salute dei cittadini.