Foggia: Vertice in Prefettura sull’aggressione ai medici,richieste “pene più severe e sicurezza nelle strutture sanitarie”

Si è tenuto ieri pomeriggio a Foggia un vertice in Prefettura per discutere delle gravi aggressioni subite dai medici e dal personale sanitario del reparto di Chirurgia Toracica del Policlinico Riuniti. L’episodio è avvenuto in seguito alla morte di Natasha Pugliese, una giovane di 22 anni di Cerignola, deceduta il 5 settembre durante un intervento chirurgico. La famiglia della ragazza, convinta che la morte sia stata causata da un errore medico, ha reagito violentemente contro il personale sanitario presente in reparto, dando vita a una serie di aggressioni fisiche e verbali.

Al vertice, presieduto dal Prefetto di Foggia Maurizio Valiante, hanno partecipato i vertici delle forze dell’ordine, il consigliere regionale Giannicola De Leonardis, l’onorevole Giandonato La Salandra e il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica è stato convocato proprio per affrontare l’emergenza della violenza contro il personale sanitario.

L’intervento del sottosegretario Gemmato: pene più severe per chi aggredisce i sanitari

Nel corso dell’incontro, il sottosegretario Marcello Gemmato ha sottolineato l’impegno del Governo Meloni nel garantire maggiore sicurezza ai medici e agli infermieri. “Ho ribadito che ci vogliono pene severe nei confronti di chi pensa di aggredire chi è lì per salvare le nostre vite”, ha dichiarato Gemmato. Il sottosegretario ha inoltre ricordato che il governo ha reintrodotto la procedibilità d’ufficio per le aggressioni ai danni del personale sanitario e ha aumentato le pene per tali reati.

Dopo il vertice, Gemmato ha incontrato personalmente i medici coinvolti nell’aggressione, esprimendo loro la vicinanza dello Stato e del governo. Uno dei medici, parlando a microfoni spenti, ha confessato di aver temuto per la propria vita durante l’aggressione e ha rivelato di essere stato minacciato di morte insieme ai colleghi.

Proteste del comparto sanitario e richieste di misure preventive

La situazione ha sollevato un’ondata di indignazione tra i sindacati del comparto sanitario, che hanno minacciato azioni di protesta. Tra le possibili iniziative, è stata avanzata la proposta di interrompere il servizio pubblico per un’ora come forma di protesta contro la crescente violenza subita dai sanitari. Inoltre, sono state avanzate richieste per l’introduzione di misure più severe, come il Daspo per i responsabili di aggressioni e la possibilità di ricorrere al carcere preventivo.

Le organizzazioni sindacali, così come molti esponenti della politica e della sanità, chiedono l’adozione di misure urgenti per garantire la sicurezza del personale medico all’interno delle strutture sanitarie. Tra le proposte sul tavolo vi è l’istituzione di presidi fissi di polizia negli ospedali e, in casi estremi, l’impiego dell’esercito per garantire l’incolumità del personale. La richiesta di “pene certe e severe” è stata ribadita da tutti i partecipanti al vertice.

Un episodio “alla Gomorra” che ha scosso la comunità

L’aggressione è stata descritta come una vera e propria esplosione di violenza, con modalità “alla Gomorra”, come affermato dalla stessa sorella di Natasha Pugliese, che ha giustificato le reazioni della famiglia sostenendo che fossero convinti di un errore medico. Tuttavia, il clima di terrore che si è venuto a creare nelle ore successive alla comunicazione del decesso ha lasciato profondamente scosso il personale sanitario, che ora chiede protezione e giustizia.

Il tragico evento e la successiva aggressione hanno riportato all’attenzione nazionale il problema delle violenze nei confronti dei medici e degli infermieri, un fenomeno purtroppo in crescita negli ultimi anni. L’auspicio è che le misure discusse nel vertice di Foggia possano essere un primo passo verso la tutela effettiva del personale sanitario, affinché episodi del genere non si ripetano più.

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