Foggia:Ataf,Licenziato con l’accusa di aver rubato 17mila euro dagli incassi dei parcheggi, assolto dal Tribunale di Foggia “per non aver commesso il fatto”
Il dipendente dopo 5anni e sei mesi di processo viene assolto “per non aver commesso il fatto”. I legali: “Appropriazione dei soldi non ha ancora un autore ben individuato”
Il 1 dicembre 2017 era stato accusato di essersi appropriato indebitamente di circa 17mila euro, per questo venne licenziato dall’Ataf di Foggia.(Presidenza Ferrantino) Il 22 di giugno dopo circa 5 anni e mezzo, il Tribunale ha dato ragione a Marco Venturini, assolvendolo “per non aver commesso il fatto”. Dal comunicato stampa che legali, Riccardo Icilio Ariostino e Michelangelo Metta, dopo la sentenza del 22 giugno scorso della prima sezione, collegio n. 6 (presidente Talani). “Il nostro cliente è stato assolto ex art. 530 c.p.p. dal reato di ‘peculato’ (art.314 c.p.), così come rubricato dal gip rispetto all’originaria denuncia per ‘appropriazione indebita’ presentata nell’anno 2017, dall’allora presidente Ataf”.
“Leggendo le carte ci rendiamo conto che la situazione ha dell’incredibile oltre ad evidenziare una situazione di gestione dell’azienda ATAF spa, al quanto ballerina. Come evidenziato dagli avvocati la vicenda presenta aspetti davvero incresciosi ,nella misura in cui un ‘soggetto innocente’ ha dovuto subire il tracollo della propria esistenza, subendo ingiustamente dapprima un provvedimento di licenziamento illegittimo e, addirittura, con dolo e premeditazione, un procedimento penale per peculato e appropriazione indebita di somme, dinanzi al Tribunale penale di Foggia. Chiariamo il signor Marco Venturini, già dipendente Ataf dall’anno 1998 ricoprendo diversi incarichi particolari e delicati avendo la fiducia sia dell’ex direttore generale Dicecca che dei diversi amministratori. Nell’ultimo periodo gestiva gli ausiliari al traffico insieme al security manager dell’azienda ATAF. Questo fa capire la fiducia che aveva all’interno dell’azienda dai vertici aziendali (direttore generale e amministratore e security manager). Nell’ultimo periodo svolgeva il controllo degli ausiliari della gestione dei rapporti dell’azienda municipalizzata con la società APCOA srl, società concessionaria del servizio comunale di parcheggio a pagamento (strisce blu, parcheggio Russo, e parcheggio Ginnetto) , nell’anno 2017 è stato prima denunciato dal datore di lavoro per una presunta appropriazione indebita di circa 17mila euro, per poi essere licenziato per giusta causa in data 1 dicembre 2017. La denuncia si fondava sulla constatazione di un ammanco di pari somma negli incassi del parcheggio Russo nell’arco temporale 27 aprile-28 giugno 2017, durante il quale Venturini avrebbe ricoperto il ruolo di incaricato temporaneo della riscossione(mai notificato con atto per iscritto)degli incassi giornalieri della casa automatica installata il 27 aprile 2017 presso il suddetto parcheggio”.(cassa automatica di proprietà dell’APCOA ma gli incassi effettuati dall’ATAF)già questo fa capire come la gestione avveniva.
I legali chiariscono “Il provvedimento di licenziamento che ne è conseguito ha trovato il suo avallo in una sentenza resa dal Tribunale di Foggia Sezione Lavoro, in data 15 aprile 2022 basata, oltre ogni ragionevole dubbio, sul dolo di una delle parti in danno dell’altra e su dichiarazioni e attestazioni di alcuni funzionari dell’Ataf e di un dipendente Apcoa al quanto dubbie.
Di seguito, a conclusione dell’istruttoria dibattimentale in sede penale, che ha visto sfilare dapprima i funzionari Ataf(che aveva effettuato delle dichiarazioni al quanto dubbie)responsabile cassa ticket, responsabile amministrativa ATAF e responsabile APCOA)oltre a diversi dipendenti Apcoa, nonché lo stesso imputato.Alla fine Venturini veniva assolto per non aver commesso il fatto, su espressa richiesta del pubblico ministero titolare Anna Landi, non essendo emersa alcuna prova a dimostrazione dell’azione criminosa ascrittagli, ovvero della sottrazione di incassi derivanti dalle casse del parcheggio Vincenzo Russo nei presunti due mesi di servizio suppletivo. In buona sostanza, dopo ben sei anni di processo, quindi, e sei anni di disoccupazione in assenza di reddito, il sig. Venturini è stato quindi assolto “dall’infamante accusa” che ne aveva fondato il licenziamento. Il processo ha evidenziato una assoluta carenza di prove in danno dell’ex dipendente, il quale si è visto processare e poi licenziare sulla base di mere asserzioni di funzionari Ataf –che non avevano effettuato alcun controllo-che non hanno trovato alcun riscontro dibattimentale; ma la cosa che è incredibile,che l’azienda ATAF non si è costituita come ‘parte civile’ lasciando così priva di sostanza quella denuncia così grave formulata nei confronti dell’imputato. Di fatto il processo appena celebrato porta con se due risultati: il primo, che il sig. Venturini è stato ingiustificatamente accusato, denunciato, licenziato e poi processato; il secondo, che l’appropriazione dei soldi gestiti dall’APCOA all’interno del parcheggio Russo non ha ancora un autore ben individuato. La cosa è ancora più grave se sol si pensa che gli episodi dei furti erano stati già accertati dalla stessa Ataf prima dell’installazione della cassa automatica, e i sospetti ricadevano sul personale interno all’Apcoa, tant’è che per la sopravvenuta mancanza di fiducia venne disposta l’installazione di un dispositivo di pagamento del parcheggio automatico e computerizzato”.
“Ad oggi, pertanto, il signor Venturini si trova costretto a proseguire e ad intraprendere una nuova via crucis giudiziaria (con richiesta di revocazione straordinaria della ingiusta sentenza che getta ombre nell’intera vicenda umana cui è stato costretto) iniziata diversi anni fa, dovendo quindi battersi nei tribunali per la reintegrazione sul posto di lavoro ed il recupero di ben 6 anni di stipendi non percepiti, valutando anche la promozione di iniziative giudiziarie civilistiche per risarcimento danni nei confronti di coloro (amministratori, funzionari e dipendenti Apcoa) che hanno contribuito a vario titolo a creare questa storia giudiziale, ma anche di ulteriori azioni penali verso i responsabili della infamante vicenda vissuta, dovendosi configurare, nello specifico, i reati di calunnia, falsa testimonianza e false dichiarazioni, false attestazioni in atti destinati alla autorità giudiziaria, frode in processo penale e di lavoro. Il danno che questa sconcertante situazione ha arrecato al Venturini, in generale peraltro non soltanto sul piano economico e dell’immagine, è intuitivamente incalcolabile e non si può porre rimedio se non all’esito di azioni determinate e decise che si andranno a breve a proporre, onde rendere giustizia al malcapitato lavoratore”