Foggia:La Procura chiude le indagini sulla morte di Camilla.”Ci sarà guerra tra i periti di parte”
La procura della Repubblica di Foggia finalmente ha chiuso le indagini in merito all’omicidio stradale di Camilla Di Pumpo, 25 anni, giovane avvocato. Ricordiamo ai lettori di Youfoggia.com che la giovane Camilla tragicamente deceduta la notte del 26 gennaio 2022 nell’incidente avvenuto su via Matteotti tra la sua auto e l’Audi A4 condotta da Francesco Cannone. Come illustrato in un nostro precedente pezzo la Procura di Foggia nella persona del dott.Galli ha concluso le indagini dopo aver ricevuto dal CTU la perizia, nominato dalla Procura. Da tale perizia si evidenzia la responsabilità del giovane Francesco Cannone che andava ben oltre il limite consentito di velocità su strada urbana.
Dalla chiusura delle indagini, comunicata a tutti gli interessati risultano incriminati 4 persone a piede libero.
Gli accusati sono:
Il conducente dell’auto Francesco Cannone, di anni 22 anni, accusato di omicidio stradale e concorso in falsità ideologica.
Michele Cannone padre del Francesco di 52 anni, per falsità ideologica;
Rocco Pio Curci di anni 20,per falsità ideologica;
Simone Rendine di anni 26, indagato per favoreggiamento e concorso in falsità ideologica.
La Procura di Foggia indagó i quattro a gennaio 2023 i quali fu furono anche informati dell’avviso di proroga delle indagini preliminari che il sostituto Procuratore dott. Galli aveva chiesto al gip perché il CTU aveva chiesto più tempo per completare gli accertamenti.
Nel corso della richiesta di proroga delle indagini c’è stata una modifica dei capi d’imputazione, che consistono :
L’autista dell’Audi 4 Francesco Cannone oltre che per omicidio stradale è accusato di concorso in falso ideologico;
Il padre Michele Cannone da omicidio stradale, la procura gli ha addebitato anche il favoreggiamento e autocalunnia è subentrata quella di concorso in falso ideologico. Imputazione ipotizzata anche per i due amici che erano in macchina con Cannone,Curci e Rendine.
Prassi vuole che la comunicazione di conclusione delle indagini diventi un atto alla richiesta di rinvio a giudizio. Cosa succede adesso,che gli indagati tramite i difensori dalla notifica di conclusioni delle indagini hanno 20 giorni per chiedere d’essere ascoltati,depositare delle memorie difensive, oppure chiedere nuove indagini. Al ricevimento di dette richieste il sostituto procuratore farà il punto della situazione e prenderà una decisione per alcuni o per tutti richiedendo il rinvio a giudizio al giudice G.U.P.
La difesa l’avv. Michele Sodrio difensore di padre e figlio ha dichiarato :
“Prendo atto dell’accusa a Francesco Cannone di aver guidato a 90 km/h ma per noi,difesa, è errato il dato rilevato.” I nostri tecnici di alto livello sono dotati di apparecchiature modernissime,sono arrivati a conclusioni differenti”.
Da come si evince ci sarà guerra nel processo .Saranno effettuate delle valutazioni nei prossimi giorni che faranno prendere delle decisioni .Si valuterà se chiedere il giudizio abbreviato (processo davanti al gup e in caso di condanna riduzione di un terzo della pena).Dobbiamo tenere conto che l’accusato Francesco Cannone si dichiaro colpevole solo dopo una settimana dalla tragedia,scagionando il padre che inizialmente si autoaccuso.
Il sostituto Procuratore dott. Galli ha ricostruito i fatti:
Il Cannone percorrendo Via Matteotti nella tarda sera del 26 gennaio del 2022 guidava a una velocità di 90 chilometri orari contro i 30 limite imposto. L’auto urtava violentemente la Panda condotta dalla giovane Camilla che si era immessa da Via Urbano su Via Matteotti. L’urto fu cosi violento, che fu letale per la giovane ragazza che riportò gravi lesioni e fratture al capo, che hanno portato la giovane Camilla a passare a miglior vita.
Dalla ricostruzione della Procura , “si evidenzia che dopo l’incidente ci sarebbe stato un tentativo di modificare lo stato dei fatti,e pertanto un tentativo di depistaggio delle indagini. I compagni del Cannone, Rocco Pio Curci e Simone Rendine avrebbero chiamato la Polizia Locale,che giunse sul posto per effettuare i rilievi stradale. Dalle dichiarazioni rilasciate dai presenti,misero a verbale,come da dichiarazione rilasciata,- alla guida dell’Audi c’era Michele Cannone, padre di Francesco- da qui che scatta l’accusa di favoreggiamento ,per aver aiutato Francesco Cannone,figlio, a tergiversare le investigazioni della polizia giudiziaria. Come scritto,il PM Roberto Galli, che contesta ai 4 il concorso in falsità ideologica. Dalle dichiarazione sempre rilasciate dagli indagati – Francesco Cannone subito dopo l’impatto letale avrebbe contattato il padre chiedendogli di raggiungerlo sul luogo dell’incidente, per accordandosi con il genitore perché fosse quest’ultimo a risultare il conducente dell’Audi, con l’aiuto di Curci e Rendine.
Dichiarazioni mendaci :
In conclusione le predette dichiarazioni, rilasciate ai quattro vigili urbani intervenuti sul posto,che fecero, come dichiara la Procura “furono indotti in errore, perché nell’esercizio delle loro funzioni,formavano una serie di atti pubblici ideologicamente falsi”. L’accertamento di prassi in questi casi per verificare il tasso alcolemico nel sangue fu infatti eseguito su Michele Cannone,presunto conducente,da come si evince dal verbale di sequestro giudiziario dell’auto , redatto a carico dello stesso.