Anticipazione su cio’ che accadrà a Natale, tra privazioni e blocchi
Dopo diverse riunioni si arrivati ad un’ accordo con diverse restrizioni. Il Dpcm che oggi i governatori dovrebbero ricevere e che domani dovrebbe essere firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha delle restrizioni sulla mobilità fra una regione e un’altra dal 21 dicembre al 7 gennaio: i Siciliani non potranno tornare a casa a meno che non si abbia la residenza nell’Isola o che ci sia un motivo di urgente necessità che dovrà essere autocertificata. L’ipotesi del ricongiungimento familiare è stata scartata totalmente, il lungo scambio di opinioni il faccia a faccia fra il presidente del Consiglio, i ministri degli Affari regionali e della Salute Francesco Boccia e Roberto Speranza e il Cts.
Il blocco più grande piu’ pesante era questo. Perche si venuti a questa decisione sulla Sicilia? Gli studenti residenti in Sicilia e iscritti in altri Atenei delle altre regioni sono all’incirca 35.000 e a quel dato si devono aggiungere i tanti insegnanti che si spostano al nord per le supplenze;
Ci sono poi le migliaia di siciliani che vivono pianta stabile sull’ isola invece nella Penisola hanno messo radici solo a livello amministrativo,spostando la residenza in un’altra regione. Un dato su tutti: secondo una verifica demografica effettuata dall’Istat solo l’anno scorso sono partiti per andare a vivere altrove quasi 36.000 siciliani, i quali tradizionalmente ritornano sull’’Isola per le feste.
Cosa non si potrà fare: vietato raggiungere le seconde case, vietato tornare dai parenti per evitare l’effetto moltiplicatore sui contagi.
A queste misure se ne dovrebbero aggiungere altre due che il CTS ha imposto, ancora più stringenti. Vietato uscire dal comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Sul cenone, ci sarà il coprifuoco alle 22, ci si limita invece alle raccomandazioni alla prudenza: l’idea è dare il via libera consigliando però di limitare il numero dei commensali, di togliere la mascherina soltanto durante i pasti e se possibile di far sedere a tavoli separati anziani e bambini.