Foggia: Dott.Buccarella “stimolare nel management di Adp una diversa visione del potenziale del nostro aeroporto”

Youfoggia.com ha incontrato Gianni Buccarella, dottore commercialista, laureato in Scienze dell’Amministrazione presso l’Università di Torino e in Economia e Commercio alla LUISS.
Al quale abbiamo chiesto cosa pensasse sulla riapertura del Gino Lisa e sull’operazione Lumiwings.
Premesso che ovviamente mi auguro abbia successo la riapertura ai voli di linea del Gino Lisa con la Lumiwings, resto perplesso sulle modalità di attuazione del progetto, per le discutibili scelte operate da Aeroporti di Puglia, in concorso con la Regione Puglia. Innanzitutto, è sconcertante il tempo [quasi vent’anni] inutilmente trascorso dall’esito infausto dell’operazione Federico II Airways, se consideriamo quanto sia vasta la catchment area del nostro Gino Lisa, che è poi il suo bacino di riferimento, quantificato con la misurazione dei tempi stradali di viaggio necessari per il raggiungimento dello scalo foggiano, in comparazione con quelli necessari per il raggiungimento dei suoi potenziali competitor (aeroporti di Pescara, Bari Palese e Napoli Capodichino), partendo dai comuni che ricadono nelle sei province circostanti (oltre alla stessa Foggia, Barletta‐Andria‐Trani, anche le provincie extra regionali di Campobasso, Avellino, Benevento e Potenza).
Che significa questa riflessione tecnica?
Questa misurazione è stata elaborata dal mio Studio già nel 2001, allorquando fu presentata a Lecce nel corso di un’assemblea monotematica di Unioncamere Puglia, e successivamente aggiornata al 2014, per fornire un supporto informativo al gruppo Clas dell’Università Bocconi di Milano, incaricato dalla Camera di Commercio di Foggia di accertare le potenzialità dell’aeroporto di Foggia. Ebbene, la perimetrazione della catchment area ha confermato la singolare capacità di attrazione extraregionale del nostro aeroporto, in quanto geograficamente collocato nella provincia più eccentrica della Puglia, circondata da tre regioni. Nello specifico, la catchment area individuata interessa tutte le sei province e comprende 256 comuni con una popolazione complessiva di 1.333.325 residenti, così suddivisi per numero di abitanti: -l’intera provincia di Foggia, con 61 comuni e 628.221 residenti; -5 comuni nella provincia di Barletta‐Andria‐Trani (su 10 complessivi) con 74.499 residenti; -73 comuni nella provincia di Campobasso (su 84 complessivi) con 206.675 residenti; -38 comuni nella provincia di Avellino(su 118 complessivi) con 108.338 residenti; -17 comuni nella provincia di Benevento (su 78 complessivi) con 33.282 residenti; -62 comuni nella provincia di Potenza (su 100 complessivi) con 282.310 residenti. In sostanza, oltre 700.000 abitanti di comuni extra-regionali, più dei residenti della nostra provincia, si avvantaggerebbero nella loro mobilità, se potessero sfruttare gli operativi dal Gino Lisa.
Ci sta dicendo che le potenzialità ci sono?
Ma certo! E anche notevoli. Per le ragioni innanzi esposte, l’operatività del nostro aeroporto accrescerebbe il traffico complessivo dei passeggeri di Adp. Un dato che da solo avrebbe dovuto stimolare nel management di Adp una diversa visione del potenziale del nostro aeroporto.
Ma una informazione del genere è stata data?
Al tempo della prima stesura, mi preoccupai io stesso di consegnare i risultati dell’indagine svolta dal mio Studio all’ing. Domenico Di Paola, all’epoca amministratore unico di Adp, informandolo di questo straordinario potenziale. E poi i risultati del lavoro svolto nel 2014 dall’Università Bocconi sono stati resi pubblici.
E’ stato utile ?
È evidente che non è stato utile! Il management di Adp deve aver ritenuto che non fosse un’opportunità da cogliere. Ma quanto detto è solo la premessa delle mie riflessioni a riguardo, giacché ho altre osservazioni da fare sulle attuali modalità di riavvio dei voli. Adp si avvale, unico caso in Italia, del grande vantaggio di gestire l’intero sistema degli aeroporti della regione, disponendo, oltre a quelli di Bari e Brindisi, anche degli aeroporti di Foggia e Taranto.
Secondo lei cosa si doveva fare?
Logica avrebbe voluto che lo sviluppo del potenziale di queste infrastrutture avvenisse in modo integrato, tipizzando ciascuna base aeroportuale con specifici operativi, mettendo, cioè, a sistema le cinque basi aeroportuali per lo sviluppo organico e ottimale di ogni singolo asset.
Ci faccia un esempio per far comprendere meglio ai lettori.
Certo. Ad esempio, assegnando a Foggia l’esclusiva dei collegamenti con la Sicilia, oltre alle destinazioni più richieste di Milano, Torino e Venezia/Verona. Vi è poi da dire che non credo possa aiutare un operativo che non consenta l’andata e il ritorno in giornata da Milano, così come, ancora, non può aiutare l’arrivo sull’aeroporto di Malpensa. La settimana scorsa sono stato a Milano, ma sono partito e rientrato, ancora una volta, da Bari, perché da Foggia non sarei riuscito a soddisfare le mie esigenze. Ulteriore necessario presupposto, che è alla base del successo del trasporto aereo, è la interconnessione della base aeroportuale con le altre modalità di trasporto.
Cosa trascura Adp?
Nello specifico dell’ultima riflessione, trascura, ed è evidente, di agevolare la mobilità, sollecitando, promuovendo l’integrazione delle diverse modalità di trasporto in convergenza dalle altre aree della regione sulle sedi dei quattro aeroporti. Ma il colmo è che questa disattenzione, della quale noi della provincia di Foggia abbiamo molto da lamentarci, l’ha anche dimostrata con riferimento ai residenti della provincia di Bari, Non possiamo dimenticarci che ci ha messo ben otto anni, dal 2005, data di inaugurazione della nuova aerostazione, al 2013, per attivare il collegamento con la stazione ferroviaria di Bari! Se questa non è insipienza!
Lei cosa consiglia.
Il management di Adp avrebbe dovuto tentare, con contatti mirati e diretti, il coinvolgimento di compagnie aeree di consolidate capacità di business, ovviamente offrendo sul Gino Lisa, in cambio dell’impegno ed in esclusiva, altre destinazioni (avevo ipotizzato l’esclusiva dal nostro aeroporto dei collegamenti con la Sicilia: Palermo e Catania), garantite da flussi di traffico già consolidati, oltre a quelle attivate e in attivazione. Hanno, invece, pubblicato un bando, con scadenze a giorni, come se le strategie di sviluppo di un nuovo segmento di operatività potessero essere seriamente valutate e decise nel giro dei pochi giorni resi disponibili, con il risultato che l’unico soggetto che si è dichiarato interessato è stata questa micro-compagnia aerea, in cerca di avventura, come hanno dimostrato i precedenti tentativi naufragati dall’aeroporto di Forlì, strutturalmente e commercialmente e, immagino, anche finanziariamente, non solida abbastanza per superare con successo la fase di sturp-up.
Concludendo Dott. Buccarella, lei, che ha studiato anche Mercatistica e ricerche di mercato, cosa consiglia?
Nessuna attività può essere avviata senza una seria analisi del potenziale e senza la redazione di un Piano industriale che ne tracci le prospettive e definisca le iniziative da mettere in campo. Francamente sono molto perplesso! Mi sembra che, come per le precedenti iniziative, anche questa operazione sia stata avviata con molto presappochismo e non vorrei fosse solo per concludere, in caso di insuccesso, che per il Gino Lisa non c’è una domanda che ne giustifichi la riapertura. E sarebbe un gravissimo errore di valutazione.
Ma, in ultimo, vorrei fare una domanda al management di Adp. Hanno mai esaminato i titoli di viaggio emessi per i voli in partenza dall’aeroporto i Bari, per quantificare il numero di passeggeri provenienti dalla nostra provincia, ancor meglio, da quelle provincie individuate nella misurazione della catchment area del Gino Lisa?

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