Foggia:Valerio un alunno di scuola media, lancia un messaggio:”Dai giovani, concreti segnali di speranza per il futuro alla Città”
Al disvalore morale che traspare dalle immagini di adolescenti davanti alle tombe di Riina e Provenzano, riprese da un papà noto pregiudicato, si contrappongono significative iniziative da parte di altri adolescenti, meritevoli di grande attenzione e plauso, che mettono in pratica l’invito di Paolo Borsellino, quando sosteneva che il contrasto alla criminalità si attua attraverso una rivoluzione culturale che coinvolga soprattutto i giovani, i più propensi a “respirare la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale e dell’indifferenza”.
Due belle iniziative da segnalare, la prima: Valerio (nome di fantasia), 14 anni, a completamento del suo percorso di studio in una scuola media del capoluogo foggiano, ha inteso dedicare la sua tesi al tema della lotta all’illegalità: “La mafia uccide, il silenzio pure” è il titolo del suo lavoro in ricordo di Peppino Impastato. L’istituto scolastico gli ha tributato un bel 10 e l’applauso ed il merito va ascritto anche a chi gli ha inculcato certi valori, tra cui probabilmente i docenti stessi.
La seconda iniziativa: un gruppo di giovanissimi, di età compresa tra i 14 e 18 anni, soci del Club Interact Foggia “Umberto Giordano”, ha commissionato a due valenti architette foggiane il progetto di rifunzionalizzazione di una rotatoria cittadina (incrocio Via Gramsci/Via Smaldone) da dedicare alle vittime delle mafie, con l’intento di promuovere un’azione di crowdfunding. Il progetto, elaborato in collaborazione con gli studenti del Liceo Artistico Lanza Perugini, è al momento all’attenzione degli uffici comunali.
Siamo in presenza di atteggiamenti e di scelte ammirevoli, segnali di grande speranza che ci impongono di alimentare con amore e dedizione questi semi di resistenza, di cambiamento, di maturità. Il loro è un idealismo, bello e buono, che attiva processi di partecipazione e cittadinanza attiva per le vie della città, come indispensabile antidoto al contesto di dilagante illegalità.
Questo approccio assume rilevanza ancora maggiore alla luce di un recente rapporto di Libera che mette in luce come cresca il numero di neet, quei giovani tra i 14 e i 21 anni che non studiano né cercano lavoro e che rischiano di “alimentare il mercato nero attraverso piccoli lavori nei quali vengono sfruttati, o diventare essi stessi manovalanza per le organizzazioni criminali”. La criminalità organizzata cerca consenso sociale anche tra le giovani generazioni e tra coloro che si ritengono senza futuro.
Resta però una perplessità: a fronte dell’ammirevole e coraggiosa presa di posizione dei più giovani, registriamo, in questo clima elettorale, l’assordante ed inquietante silenzio della politica sui gravi fenomeni di infiltrazione mafiosa e di corruzione che hanno caratterizzato gli ultimi anni della storia foggiana. Ci si aspetta quanto meno una proposta, una promessa, un patto che convinca quei giovani a non emigrare e rimanere qui a combattere per una giusta causa e restituire dignità alla nostra Città.Pippo Cavaliere