Emergenza abitativa, lo strano caso degli 8 alloggi di corso del Mezzogiorno pronti e non ancora assegnati
La vicenda dei 32 alloggi e dei 32 box che le imprese Edil Ambiente Srl e Aedilia Costruzioni Srl avrebbero dovuto cedere al Comune di Foggia – per 12 anni con canone calmierato di 300 euro mensili – nell’ambito di un Piano Integrato risalente al 2008 si è incagliata. L’Amministrazione comunale, con il sindaco Franco Landella, nei giorni scorsi ha contestato alle due società di non essersi fatte più sentire, di fatto dal suo punto di vista contravvenendo ad un impegno, minacciando di citarle in giudizio. Le due imprese, dal canto loro, hanno replicato sostenendo che ad essere inadempiente sarebbe l’Ente di Palazzo di Città ed avanzando contestualmente una richiesta di risarcimento danni per circa 5 milioni di euro.
Abbiamo raccontato diffusamente l’iter e le ragioni della disputa, gli atti amministrativi, i ritardi le posizioni delle due parti in campo. Una querelle che si annuncia particolarmente ostica e che tutto lascia presagire, in assenza di un componimento bonario, sia destinata a finire sul tavolo della magistratura amministrativa, cui spetterà il compito di stabilire torti e ragioni. A latere di una disputa tutta tecnica, fatta di emendamenti, proposte e modifiche unilaterali, incombe però il malessere in cui sono piombate le famiglie che attendevano l’assegnazione di quegli alloggi. E che dopo la doccia fredda arrivata nelle ultime ore vivono un momento di confusione e sconforto, peraltro in prossimità delle festività natalizie. Nei 32 appartamenti “della discordia” l’Amministrazione comunale aveva scelto di collocare non i cittadini presenti nella graduatoria per l’assegnazione di un alloggio popolare, ma situazioni extragraduatoria di particolare gravità: da quelle dell’ex Distretto Militare sino a quelle della III traversa di via San Severo.
Nell’attesa di conoscere l’esito della controversia, tuttavia, il Comune di Foggia avrebbe a portata di mano una soluzione, sia pure parziale. Nella seduta del 20 luglio del 2017, infatti, il Consiglio comunale, con la deliberazione numero 51, approvò la richiesta di permesso di costruire, in deroga agli strumenti urbanistici ex art.14 1 bis del DPR n.380 del 2001 e s.m.i., della ditta Meridiana Srl, attestandone contestualmente l’interesse pubblico. In buona sostanza l’Assemblea consiliare autorizzò la società proponente a modificare la destinazione d’uso del fabbricato che avrebbe dovuto ospitare un albergo (mai realizzato del tutto), riconvertendola a civili abitazioni. Una seduta particolarmente tesa, in cui i consiglieri di minoranza Alfonso De Pellegrino, Augusto Marasco, Rosario Cusmai, Vincenzo Rizzi e Giuseppe Mainiero votarono a favore della pregiudiziale (bocciata) presentata da quest’ultimo, con la quale si contestava l’applicabilità della norma attraverso cui, per scongiurare il consumo di suolo, veniva consentita ad immobili che avevano sostanzialmente assolto la loro finalità, come ad esempio proprio gli alberghi, una riconversione in civili abitazioni. La pregiudiziale, nello specifico, faceva riferimento al fatto che la struttura alberghiera in questione, non essendo mai stata completata in termini di materiale costruzione, non avesse potuto entrare in attività ed esaurire questa funzione e, dunque, non sarebbe stato possibile ricomprenderla nella casistica disciplinata dal legislatore.
Ad ogni modo la deliberazione fu approvata. Ed al fine di sostanziare l’interesse pubblico della riconversione, la ditta propose la cessione gratuita in favore del Comune del 10% degli alloggi da realizzarsi a seguito della ristrutturazione, pari a un numero di 8 alloggi sugli 80 previsti. Alloggi ai quali, attraverso un emendamento firmato dall’allora consigliere comunale Augusto Marasco, furono aggiunti 8 box auto. Questo in modo da rispettare il principio in base al quale “ai fini dell’adozione di un permesso di costruire in deroga ex art. 14 T.U. edilizia non è necessario che l’interesse pubblico attenga al carattere pubblico dell’edificio o del suo utilizzo, ma è sufficiente che coincida con gli effetti benefici per la collettività che dalla deroga potenzialmente derivano”. La deliberazione del Consiglio comunale, infatti, specificava che la cessione in proprietà, a titolo gratuito, degli 8 alloggi e degli 8 box auto da destinare a finalità sociali avrebbe consentito “al Comune di Foggia, atteso lo stato di edificazione dell’organismo edilizio, di entrare nella rapida disponibilità di abitazioni idonee a rispondere a pressanti e ormai improrogabili esigenze connesse all’emergenza abitativa”.
Oggi la ristrutturazione dell’immobile di corso del Mezzogiorno riconvertito in civili abitazioni, a giudicare dalle foto, dovrebbe essere terminata. E con essa anche quella degli 8 alloggi e degli 8 box auto che, nel rispetto della deliberazione dell’Assemblea consiliare, dovrebbero essere già nella disponibilità dell’Ente di Palazzo di Città ed espressamente finalizzati al tamponamento dell’emergenza abitativa. Provvedere alla loro assegnazione (circostanza che al momento non risulta avvenuta), magari, nelle more del completamento delle procedure tecniche, quantomeno individuando le 8 situazioni di maggiore criticità tra le 32 a cui sarebbero stati destinati gli alloggi del Piano Integrato delle imprese Ambiente Srl e Aedilia Costruzioni Srl, sicuramente non risolverebbe completamente il problema di tutti i nuclei familiari che erano certi di ricevere un appartamento entro Natale. Ma in tempi relativamente brevi rappresenterebbe comunque un’importante boccata d’ossigeno in un momento di grande emergenza.