Covid, aria amara in città e in provincia di Foggia, aumentano contagi, focolai e assembramenti senza mascherina e senza controlli
Torna a preoccupare la diffusione del contagio in provincia di Foggia e a Foggia città. Quando siamo arrivati a 166 vittime dall’inizio dell’emergenza, con le due registrate ieri (due soggetti molto anziani ricoverati rispettivamente a Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo e al Policlinico Riuniti di Foggia), la paura ricomincia a diffondersi nell’aria, in quella che resta la provincia pugliese più martoriata dal virus, con quasi il 30 percento dei casi di decesso di tutta la regione e l’incidenza di contagio più alta (ogni 10mila abitanti 29 casi di positività). E’ fresca la notizia di un altro caso di covid a Lucera, in un luogo a potenziale rischio di focolaio, l’istituto Bonghi, dove un alunno si è scoperto positivo al virus ed è partita la quarantena in attesa d tampone per tutti i compagni di classe e il corpo docenti. Anche il capoluogo dauno non sembra messo bene, con focolai e possibili tali registratitisi negli ultimi giorni: dall’Ual a Palazzo di Città, senza contare la positività di Fitto che più volte è stato in città durante la campagna elettorale, cosa che ha messo in apprensione politici e dirigenti locali. Passando, infine, per le ammucchiate, per di più senza mascherina, di ragazzi che continuano a ricrearsi nelle strade della movida notturna, nonostante la situazione stia peggiorando. A preoccupare, l’aumento di asintomatici, che sfuggono al tampone. Due giorni fa il sindaco di Foggia, Franco Landella, è corso ai ripari con l’ordinanza che obbliga ad indossare la mascherina anche all’aperto per le vie del centro cittadino, e che chiude i centri commerciali la domenca e i festivi. Ma, almeno per ora, si sono segnalate difficoltà nel rendere efficace la misura cautelativa. All’irresponsabilità dei cittadini (giovani e meno giovani che siano), si aggiunge l’inefficienza o la totale assenza dei controlli. E’ quanto denunciato da più parti due sere fa per la situazione creatasi in via Dante, tra le strade più frequentate del centro a causa della presenza di diversi locali di tendenza, ma è anche quanto denunciato esplicitamente dal titolare del Timeless, Alessandro Centra, alle pagine de l’Immediato, chiedendo in sostanza all’amministrazione comunale e alle forze dell’ordine una più attenta applicazione delle ordinanze anticovid (e delle norme di convivenza civile in genere) scarsamente praticate dagli avventori di via Arpi e delle zone limitrofe del centro storico. “Facciamo rispettare le regole anti Covid con la massima attenzione – ha scritto Centra – ma all’esterno dell’attività, in via Arpi, non si capisce niente. Tantissimi senza mascherine e zero controllo”. Denuncia poi una situazione allo sbando e aggiunge la preoccupazione che ciò possa far precipitare la sua attività e quella dei suoi colleghi gestori di locali: “Continuano a transitare auto e moto in zona a traffico limitato. Tra l’altro i conducenti corrono come pazzi. E registriamo una rissa ogni sera. Noi non ce la facciamo più e non vogliamo chiudere perché chi di dovere non riesce a gestire la situazione con controlli serrati. Metteteci in sicurezza perché si può, e fateci lavorare. Un’altra chiusura – conclude Centra – significherebbe la morte per noi e per tante altre attività”.