CORONAVIRUS, 200 milioni di mascherine da buttare
Purtroppo però solo una minima parte del materiale con cui sono realizzati i dispositivi di protezione individuale è riciclabile
Una società del nord si occuperà per la distruzione e smaltimento delle mascherine. Lo smaltimento sarà per le 218 milioni e 50mila mascherine “sbagliate“ ordinate e acquistate durante il primo lockdown dall’ex commissario Domenico Arcuri. Le mascherine non sono certificate, i tecnici della Protezione Civile sono state realizzate con tessuto poco filtranti, comprate dalla struttura commissariale nel 2020 per l’emergenza Covid-19 e mai richieste dalle regioni.
Da fonti della Protezione Civile si apprende che il commissario Figliuolo sarebbe ora riuscito a venderle alla società A2A Recycling che si occuperà di bruciare le mascherine negli impianti di termovalorizzazione di tutto il gruppo in Nord Italia (al momento non è noto in quale dei termovalorizzatori saranno gestite le mascherine). Purtroppo però solo una minima parte del materiale con cui sono realizzati i dispositivi di protezione individuale è riciclabile.
L’operazione costerà quasi 700mila euro alla struttura commissariale.