Sanità Pugliese, per i privati assist con fondi pubblici con milioni di euro.

La regione mette a disposizione una somma considerevole per recuperare i disservizi, dando ai privati. Nonostante ci siano stati disservizi sulla gestione della pandemia Covid, pure se i disastri organizzativi del Covid abbiamo evidenziato che il precedente piano sanitario non era idoneo.

Il piano organizzativo sanitario che nella precedente legislazione la regione Puglia stava per attuare ha evidenziato una serie di problematiche territoriali che i cittadini e le organizzazioni sindacali avevano segnalato,e con la pandemia Covid hanno fatto evidenziare in maniera esplicita la mancanza di organizzazione.

Che la sanità pubblica abbia problemi lo abbiamo scritto nei diversi nostri servizi. La regione Puglia come vuole riformare il servizio sanitario regionale (Ssr) con soldi pubblici e lasciare tutto in mano ai privati. Come era in passato e come è adesso. Senza comprendere che il gran lavoro portato dal Covid-19 non avesse mostrato in maniera evidente,tutti i limiti di un sistema sanitario collassato alla prima ondata, con un numero di morti rilevante. Con gli anziani contagiati nelle Rsa, che facevano acqua da tutte le parti,dai pazienti positivi trasferiti dagli ospedali. Con il flop delle prenotazioni dell’azienda regionale che ha allungato a dismisura i tempi per le vaccinazioni causando incredibili disagi ai cittadini.

IL PAZIENTE MALATO DIVENTA UN CLIENTE DA ACCHIAPPARE A TUTTI I COSTI

In questi ultimi 20 anni abbiamo assistito ad un ingresso di strutture e operatori che da RSA sono passati piano piano ad erogatori privati nel sistema sanitario. Basta girare per la città di Foggia, leggiamo  la pubblicità di strutture private di medicina su grossi tabelloni e sui giornali e tv private,facendo capire che qui valgono regole diverse dagli altri. La graduale perdita d’importanza del piano sanitario regionale; l’accentramento di poteri in capo alla Giunta regionale; lo svuotamento del ruolo dei Comuni; il dimezzamento della ricettività degli ospedali pubblici. E come immediata e logica conseguenza, le procedure di autorizzazione e accreditamento degli erogatori privati.

Pertanto il cittadino,l’ utente è diventato un cliente da conquistare a qualunque costo. Il punto di vista è sempre lo stesso, “il principio della libera e consapevole scelta dei cittadini nell’accesso alla strutture sanitarie pubbliche e private. 

Un  enunciato che si traduce nell’equivalenza tra il pubblico e il privato accreditato. Sia chiaro che i soldi li mette sempre lo Stato (e in questo caso pure l’Unione europea, anche se le strutture realizzate con i fondi del Pnrr in via teorica non potranno essere gestite dai privati) e a sfruttarne i vantaggi siano sempre gli stessi, i grandi player della sanità.

Il bisturi dei privati,se vogliamo essere ironici,sarebbe la salute a pagamento. Un sistema sanitario pubblico privo di un piano pandemico, organizzato secondo criteri “ospedali-centrici” per indirizzare i pazienti verso le strutture private. Le “eccellenze” che all’occorrenza ti salvano la vita in 72 comode rate,si a rate,perche oramai le strutture private si sono organizzate,con società di finanziamento che anticipano la somma e fanno pagare al paziente a rate.

Sì dà il caso però che strutture pubbliche e privati accreditati nella riforma vengano messi sullo stesso piano. Ai privati viene data, inoltre la possibilità digestire e le strutture realizzate con i soldi pubblici compresi gli ambulatori sociosanitari utilizzando edifici dei Comuni già esistenti da ristrutturare, ovviamente a spese dei contribuenti. Inoltre la regione affitta strutture private per il pagamento di ticket o di prestazioni sanitarie. 

LA POSTA IN PALIO IL DIRITTO ALLA SALUTE

Sulla carta ci sarà un cambiamento che tratterà di una imponente rimodulazione della sanità . Si rischia di tradursi nell’ennesimo assist ai colossi della sanità privata. Non a caso i pugliesi  già ora spendono molto di più in strutture private convenzionate,perché avere un appuntamento con la struttura pubblica significa avere la visita dopo 6 mesi.

L’assessore al Welfare pugliese cita i fondi  per la Telemedicina che darà supporto alle comunità disagiate. Il gioco va da sé non c’è soltanto la sanità pugliese. Molto di più: la salute come diritto a portata di qualsiasi portafoglio.

Un modello in cui l’Italia a un certo punto della sua storia non è stata seconda a nessuno. Prima che si stilassero le classifiche, il confronto tra le regioni, i ranking nazionali. E si scoprisse che gran parte dei risultati e degli indicatori venivano elaborati in centri Pugliesi  legati in qualche modo al governo della Regione. Poi è arrivato il batterio del Covid-19 e cosa è successo lo sapete.

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