IL BUCO DELLA SANITÀ PUBBLICA CHE AUTORIZZA LA SANITA PRIVATA.
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Oramai i politici che non rientrano in determinati organizzazioni o che sono liberi di pronunciare una loro idea lo fanno e mandano LE STOCCATE sulla sanità tutta.
I confronti fra candidati sindaci, governatori competitors sono state sicuramente uno dei momenti più vivaci in questo periodo. Come è successo in Puglia, dove Fratelli di Italia ha criticato aspramente l’idea di Emiliano manifestata dal Direttore Dattoli di privatizzare l’ultimo piano, pagando un fitto per dieci anni di 15 milioni di euro.
In Calabria Oliverio, alla sua prima uscita pubblica da candidato governatore, ha alzato la voce, e lo ha fatto più volte, in maniera chiara e determinata su alcune gravi criticità della sanità regionale. Ricordiamo che Oliverio è stato presidente di Regione dal 2014 al 2019, pertanto, a differenza degli altri candidati antagonisti che erano presenti al dibattito, Amalia Bruni e Roberto Occhiuto (mancava, per precedenti impegni, Luigi de Magistris), conosce bene l’argomento.
Chiariamo che durante il mandato Oliverio come Presidente di Regione, il comparto sanitario era commissariato e, pertanto, non era nei suoi poteri; per questo alcune questioni le ha sollevate davvero perche in precedenza le aveva denunciate….purtroppo invano.
LA STOCCATA SUL DEBITO E LE SOCIETA’ DI REVISIONE.
Che tutte le regioni hanno debiti provocati dalla sanità dipende da come vengono gestite. Inoltre tutti i partiti hanno la loro responsabilità, perché la minoranza non effettua la dovuta opposizione che rendetebbe difficile i clientelismi della maggioranza. La critica è a tutti i partiti, «nessun escluso», per aver avallato o non evidenziato determinate storture, che poi hanno determinato, anziché risolverlo, un incremento del disavanzo della sanità regionale. Ricordiamo che oggi la Regione Puglia ha un buco di 200 milioni di euro che spalmerà negli anni prossimi per molti anni. Soprattutto con riferimento alla autorizzazioni a società private e alla gestione Covid 19 si è raggiunto una cifra esorbitante, con l’aggravante che i vari dirigenti e revisori e per ultimo la società di revisione contabile andranno a confermare senza opporre nessun parere contrario, come farà anche la minoranza politica. Oggi si dice che siano 200 milioni, ma sicuramente il ‘benedetto’ debito nella sanità pubblica non si riesce a quantificarlo.
Ci fa piacere che adesso in coro, pure su recenti talk show televisivi, si alzi la voce contro la gestione di alcuni commissari e i vari direttori generali. E sul debito bisognerebbe chiedersi come mai negli ultimi 15 anni si sia gestita la sanità in maniera tale da farla lievitare cosi tanto. E’ un problema di tutte le Regioni sia chiaro. Ci permettiamo di proporre di non rinnovare la convenzione con l’advisor contabile per quelle regioni commissariate dove il ministero dell’Economia ha potere e puo’ intervenire d’imperio.
Per la Regione Puglia ci costa fino a giugno 200 milioni e dovremmo vedere fino a dicembre, quando potrebbe essere il doppio o qualcosa in piu’.
Certo, se ad agosto 2021, come nell’agosto 2020 pre elettorale, si fanno donativi a botta di dieci milioni alla sanità privata (e sempre ai soliti) senza controprestazioni, allora è difficile ridurre il debito sanitario.
In molti, infatti, si chiedono, che senso ha pagare tutti questi soldi a una società privata di recente costituzione per far quadrare la contabilità o, meglio, per incrementarne a dismisura gli utili, se poi i bilanci vengono approvati in base a strategie politiche e non contabili. L’advisor fa il suo lavoro ogni anno, e magari lo fa anche bene, ma se poi il bilancio annuale salta, è come pagare una ditta per costruire una casa, che però poi viene lasciata senza tetto. I soldi spesi per la costruzione dei muri a che sono serviti se poi il tetto (il bilancio) viene sfondato in continuazione?
LA STOCCATA SUI CANDIDATI E LA SANITÀ PRIVATA
Dice Oliviero: «è un sistema che viene alimentato da una carenza del servizio pubblico scientemente determinata, il che diventa una spirale perversa. Noi suggeriamo – concludendo – di fare una valutazione pure sui candidati che sono portatori di interessi nella sanità privata e sia della tecnostruttura, perchè senza di quest’ultima non si possono compilare e giustificare determine dirigenziali.
E noi, infine, suggeriamo che quando le deliberazioni di giunta regionale che fanno favori alla sanità privata, nelle regioni dove la sanità pubblica non è commissariata come la Puglia, devono essere pubblicate sul bollettino ufficiale e sul sito istituzionale della Regione. E vanno adottate alla presenza del Presidente della Regione e non in sua assenza, perché impegnato in campagna elettorale. Come è successo per la deliberazione di GR n.1334/2020, nell’anno pandemico ed elettorale, con la III Commissione elettorale che avrebbe dato il parere positivo con una semplice mail ma senza atti ufficiali deliberativi. Con il consenso di tutto il consiglio regionale, compresa l’opposizione (pare), per favorire uno della sanità privata e per far vincere alle elezioni il migliore politico esperto anche di sanità pubblica in deficit