Il sistema intreccio di Trani con sistema sanitario, dall’estrema finzione ministeriale all’estrema unzione regionale.
Il sistema intreccio dell’ex Procuratore della Repubblica Capristo e il sistema sanitario.
C’è la grande commedia dell’arte all’italiana nella storia del sistema sanitario di tre città di tre ex plessi due città Pugliesi e una Lucana, che vengono donati dall’ex procuratore Capristo, da un politico di spicco del PD e da Emiliano all’unico imprenditore della sanità privata pugliese in grado di fare il miracolo della conversione dei pani e dei pesci in servizi sanitari, senza cambiare nulla, ne’ strutture ne’ dipendenti, rimanendo tutto invariato, anche l’autorizzazione provvisoria della vecchia struttura ecclesiastica che diventa autorizzazione definitiva e accreditamento istituzionale come ospedali di fascia A. Come il policlinico di Foggia o quello di Bari. Già a maggio 2017. Quando l’imprenditore non aveva ancora preso possesso del donativo ministeriale-regionale. Quando era ancora alle prese con la fideiussione falsa (nel senso di falsa secondo il commissario Cozzoli che l’ha denunciato alla Procura nel senso di stipulata da assicurazione operante in altra nazione e non in Italia ed non iscritta all’albo presso la Banca D’Italia )che aveva rilasciato per l’operazione. Anche allora il miracolo, come Gesù che ha ridato la vista al cieco, mentre il Mise ha fatto sostituire la polizza ceca con una di qualità. E la Regione Puglia fa l’accordo con la vecchia struttura sanitaria, anche se la nuova denominazione non è ancora operativa mentre la Cdp sta per scomparire e come ente ecclesiastico non è più operativa nella sanità. Ma la Regione con chi ha fatto l’intesa nel maggio 2017 sui posti letto della vecchia struttura sanitaria? Con sé stessa, naturalmente, per il futuro della sanità pubblico-privata. Un pasticcio amministrativo, nell’accordo di tutti. Anche i lavoratori e i sindacati sono d’accordo. Tutti convinti da Capristo, all’esponente del PD da Cozzoli, da Emiliano che quella è l’unica soluzione che garantisce i livelli occupazionali di tutti i dipendenti e la continuità aziendale. Ed è vero. Non c’è altra scelta. Finalmente lo Stato è intervenuto, il Ministero dello sviluppo economico si è fatto garante e controllore dell’operazione. Beh, non proprio controllore e non proprio garante. Per esempio, che fine ha fatto Teresa Bellanova, vice Ministra del Mise quando a febbraio 2017 si stipula l’accordo sindacale per la cessione della struttura che raccoglie tutte e tre le strutture due Pugliesi e una Lucana ?Non c’era quel giorno a Roma in via Molise 2 a firmare l’accordo con Cozzoli, la nuovamente struttura,(non ancora autorizzata )e i sindacati. In realtà non ne sapeva nulla della procedura di amministrazione straordinaria in cui Capristo aveva costretto la vecchia struttura ecclesiastica . E questo è molto molto strano, perché la potente Bellanova, braccio operativo di Renzi con sede privilegiata la Puglia dove è nata e ha svolto attività sindacale, non è amica dell’esponente politico nazionale Pugliese del PD, ed Emiliano, gli sponsor dell’operazione e non mi è mai mancata ad un appuntamento ai tavoli importanti delle crisi aziendali gestite dal Mise. Mai. Tranne che per questa struttura che doveva essere ceduta ad un privato. Che è importante e con due plessi pugliesi. Tranquilli, la Bellanova non si è disinteressata, non ne sapeva nulla della procedura di amministrazione straordinaria CDP. Perché la procedura non c’è. O meglio si afferma che c’è ma è secretata gli atti non si possono conoscere. Neanche il vice Ministro dell’epoca li conosce e neanche il Ministro Calienda. Cozzoli li conosce. E quindi L’onorevole PD dice che è tutto a posto. Lo Stato c’è. E anche Emiliano dice che è tutto a posto. La Regione Puglia c’è. Ma le regole e le procedure ci sono, sono state rispettate? Secondo il dossier trasmesso agli inquirenti che indagano sul sistema Trani creato da Capristo, ex procuratore di Trani prima e Taranto poi, no, le regole non ci sono. La procedura non c’è. È tutta una commedia dell’arte, raffinata e spregiudicata. Ma bisogna sperare che il dossier sbagli, che le regole sono state rispettate, nonostante le carte e i documenti dimostrino il contrario, che il denunziante ha molta ragione da vendere e gli inquirenti molto lavoro da fare per ridare credibilità al sistema giustizia. Che non può essere il sistema Trani. Nelle prossime puntate gli approfondimenti su questa intrigante vicenda di mala o buona sanità, di pubblica amministrazione virtuosa o marcia. A seconda dei punti di vista e degli interessi in gioco