Manfredonia(FG): Capitanata, il ritorno dell’incubo colpita la famiglia di un magistrato, la criminalità alza il tiro

Non accadevano da tempo, in Capitanata, azioni così sfrontate e violente. Non da quando il vice brigadiere dei Carabinieri,fu avvicinato per insabbiare una inchiesta sui nastri trasportatori, fu trasferito a Foggia continuando il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata. Ma ora, quell’equilibrio fragile e precario sembra spezzato di nuovo in maniera più incisiva “E con brutalità”.

Il colpo di fucile sparato contro l’auto della madre del sostituto procuratore Roberto Galli, a Manfredonia, è un gesto gravissimo. Non solo perché ha colpito una donna e una famiglia che già porta le cicatrici di una perdita dolorosa, quella di un uomo delle istituzioni morto in un incidente stradale sulla strada per Manfrefonia. Ma perché rappresenta un attacco frontale, spudorato, a chi incarna oggi il volto della giustizia in un territorio difficile, ma mai arreso.

La Procura di Foggia si è subito attivata, consapevole della gravità di un’azione che sa di sfida diretta allo Stato. Le modalità fanno pensare a un piano premeditato, studiato nei dettagli, eseguito da persone che conoscono bene la zona e che hanno accettato un rischio altissimo pur di portare a termine il messaggio. Un colpo d’arma da fuoco, in una zona abitata, vicino a una chiesa, non è solo un atto intimidatorio: è un vero e proprio grido mafioso, un segnale inequivocabile.

Eppure qualcosa è cambiato. Se prima il silenzio e la paura dominavano, oggi è il tempo della reazione. La Capitanata non vuole tornare agli anni più bui. Manfredonia, cuore di sodalizi criminali, può e deve diventare simbolo di resistenza. Questo atto non è frutto del caso, ma di una strategia mafiosa che punta a piegare chi lavora per affermare la legalità. Non possiamo permetterlo.

Il sostituto procuratore Galli, titolare insieme ad un collega, dell’inchiesta “Giù le mani” che ha scardinato gli intrecci tra politica e criminalità organizzata a Manfredonia, è ora sotto attacco. Ma non è solo. La comunità deve stringersi attorno a lui, alla sua famiglia, a tutte le forze dell’ordine e ai magistrati che ogni giorno combattono una battaglia silenziosa ma fondamentale per il futuro di questo territorio.

Lo Stato, da parte sua, è chiamato a rispondere con fermezza e rapidità: individuare gli esecutori, risalire ai mandanti, e colpire senza esitazione. Perché la legalità non si minaccia. Si difende. Insieme. Con dignità, coraggio e determinazione. Anche — e soprattutto — quando il buio sembra tornare a farsi strada.

Youfoggia.com e’ Vicina al magistrato Riberto e alla Mamma del giudice e sarà sempre vicino conoscendo il giudice da molti anni e la Mamma,moglie di un uomo che gestiva la giustizia in maniera esemplare e professionale svolgendo la mansione di Procuratore della Republica di Foggia.

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