Foggia:Nuova udienza nel processo all’ex sindaco Franco Landella,al centro le intercettazioni chiave dell’inchiesta

FOGGIA – Ancora un’udienza in Corte d’Assise per il processo che vede imputato l’ex sindaco di Foggia, Franco Landella, insieme ad altre persone,come scritto nei precedenti articoli le persone coinvolti sono 11, con svariate accuse che vanno dal peculato alla corruzione. Come dichiarato dal un sostituto procuratore “questo è in procedimento giudiziario che farà tremare gli ambienti della politica locale “Ricordiamo che Landella è stato eletto con una coalizione di centrodestra.Questa inchiesta affonda le radici nell’inchiesta che portò allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.

Intercettazioni ambientali e telefoniche al centro dell’udienza

Al centro della seduta, le intercettazioni captate dagli inquirenti durante le indagini. Il Tribunale ha chiamato a testimoniare il dottor Aldo Gallo, perito fonico, incaricato di trascrivere sette file audio giudicati fondamentali ma particolarmente complessi da interpretare. Registrazioni ambientali e telefoniche, nelle quali, secondo gli inquirenti, si sentirebbe anche la voce dell’ex primo cittadino.

In particolare, uno dei frammenti più discussi ha fatto emergere una frase emblematica – “…altrimenti mando tutto a pune”* – pronunciata da una persona non identificata. Tuttavia, nel contesto delle intercettazioni, quella frase sembrerebbe fare riferimento diretto all’affaire Tonti, ovvero il filone dell’inchiesta che ruota attorno all’approvazione di un piano urbanistico favorevole alla ditta dell’imprenditore Tonti, già finito sotto i riflettori in precedenti udienze.

La figura di “Franco” e le richieste della PM

Particolarmente rilevante anche una conversazione intercettata tra un certo “Franco” – con ogni probabilità Landella – e un uomo chiamato “Luca”. La pubblica ministera Roberta Bray ha richiesto il riascolto delle registrazioni per chiarirne i contenuti, ritenuti potenzialmente compromettenti.

Subito dopo è stato sentito Vincenzo Maffei, tecnico del Comune, per chiarire le modalità con cui furono adottate le delibere relative ai lavori da affidare alla ditta Tonti. Una testimonianza attesa, utile a ricostruire i passaggi burocratici e gli eventuali condizionamenti.

Il “caso” Iaccarino e il silenzio che fa rumore

Un momento particolarmente curioso dell’udienza è stato l’intervento – o meglio, la mancata interazione – con il padre di Leonardo Iaccarino, altro imputato nel processo. Nonostante fosse presente in aula come testimone, né l’accusa né la difesa gli hanno rivolto alcuna domanda. Una scelta che ha lasciato perplessi diversi avvocati presenti, che si sono chiesti come mai non si sia colta l’occasione per chiarire alcuni aspetti potenzialmente utili a entrambe le parti.

Il gesto, o meglio l’assenza di un gesto, ha alimentato sospetti e riflessioni tra gli osservatori del processo: che ci siano equilibri ancora non emersi?

O semplicemente una strategia condivisa, tesa a non esporre ulteriormente il testimone?

Prossima udienza il 21 maggio

Il processo riprenderà il 21 maggio, quando il presidente della Corte, Armando Dello Iacovo, ascolterà nuovi testimoni. Ci si attende un ulteriore sviluppo del dibattimento, con l’approfondimento delle intercettazioni e l’eventuale emersione di nuovi elementi a carico degli imputati.

La città osserva, la politica tace, e intanto si attendono con interesse le prossime mosse: quelle della difesa e soprattutto quelle dell’accusa, che punta a consolidare un impianto accusatorio sempre più intricato.

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