Foggia, il 25 settembre l’udienza preliminare sul presunto sistema illecito di gestione appalti e servizi pubblici
Il 25 settembre 2025 si terrà l’udienza preliminare del procedimento penale che coinvolge dirigenti, funzionari e consulenti legati al Comune di Foggia, indagati per una serie di reati gravi legati alla gestione di appalti e servizi pubblici. A fissare la data è stato il Gup del Tribunale di Foggia, che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal sostituto procuratore Paola De Martino.
L’inchiesta, frutto di un’indagine articolata della Guardia di Finanza avviata a seguito delle denunce di tre associazioni civiche – La Società Civile di Foggia, Konsumer Italia di Foggia e Italia Nostra di Foggia – ha messo in luce un presunto sistema collusivo e fraudolento volto a favorire operatori economici specifici, soprattutto nei settori della gestione cimiteriale e del ciclo dei rifiuti urbani.
I reati contestati e gli imputati
Le ipotesi di reato comprendono turbativa d’asta, falso ideologico, induzione indebita e abuso d’ufficio, tutti aggravati dall’obiettivo di favorire soggetti economici individuati. Sono nove le persone indicate nella richiesta di rinvio a giudizio:
- Francesco Paolo Affatato, ex dirigente dell’Area Lavori Pubblici, è accusato di aver pilotato un appalto milionario per la gestione dei loculi cimiteriali, costruendo requisiti e tempistiche su misura per favorire la società CTM s.r.l.
- Domenico Lomazzo e Paola Francesca Russo avrebbero collaborato con Affatato nella predisposizione del bando, con modalità ritenute “collusive e fraudolente” dagli inquirenti.
- Giuseppe Scommegna, imprenditore, è accusato di aver fornito licenze software utilizzate per scopi estranei alla pubblica amministrazione.
- Concetta Zuccarino e Antonello Antonicelli sono accusati di aver alterato la relazione tecnica per giustificare l’affidamento in house del servizio di raccolta rifiuti ad AMIU Puglia.
- Saverio Pio Longo e Giovanni Sorbo avrebbero falsificato certificazioni attestanti la regolare esecuzione dei servizi di igiene urbana, consentendo pagamenti indebiti.
- Maria Rosaria Mangiatordi è accusata di aver manipolato i dati contenuti nel piano industriale del servizio rifiuti, gonfiando costi e numeri.

Un sistema di influenze e favoritismi

Il quadro emerso dalle indagini disegna una rete di rapporti opachi dove promesse di incarichi, regali e aspettative di vantaggi personali avrebbero condizionato le decisioni amministrative. Le intercettazioni e i documenti sequestrati mostrano una gestione distorta della cosa pubblica, finalizzata più al tornaconto privato che al bene collettivo.
Uno degli episodi più gravi riguarda la falsa attestazione della regolare esecuzione del servizio di raccolta rifiuti nei mesi di gennaio e febbraio 2023. Secondo gli investigatori, i controlli sarebbero stati assenti o fittizi, ma le certificazioni false hanno giustificato pagamenti milionari all’AMIU. Inoltre, sarebbero stati alterati i dati ambientali inviati alla Regione Puglia, con percentuali di raccolta differenziata gonfiate per migliorare l’immagine del servizio.
Verso il giudizio
L’udienza del 25 settembre sarà cruciale per comprendere se vi siano elementi sufficienti per l’apertura di un processo. In caso positivo, si aprirà un procedimento penale che potrebbe far luce su uno dei più delicati casi di gestione illecita della cosa pubblica nella recente storia amministrativa della città dauna.