Bari: La Falsità degli Atti Presupposti e il Rischio di Danno Erariale negli Appalti Pubblici

La vicenda legata alla realizzazione dell’ospedale Covid presso la Fiera del Levante di Bari rappresenta un caso emblematico di possibile danno erariale derivante da irregolarità nell’affidamento e nella gestione di appalti pubblici. L’iniziale costo dell’opera, pari a 9,5 milioni di euro, è lievitato fino a quasi 28 milioni, con un incremento che ha sollevato l’attenzione della magistratura ordinaria e della Corte dei conti.

Secondo l’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Bari, l’aggiudicazione dell’appalto e i successivi ordini di servizio sarebbero stati viziati da falsità e irregolarità. Gli atti presupposti sui quali si fondavano il contratto di appalto e le direttive della Protezione civile avrebbero contribuito a un significativo aumento dei costi, in violazione delle norme sui lavori pubblici. Tali norme sono concepite per garantire trasparenza, concorrenza e contenimento della spesa pubblica, principi che sarebbero stati compromessi dall’alterazione delle procedure.

La Procura di Bari ha già ottenuto il rinvio a giudizio di otto persone, tra cui l’ex capo della Protezione civile Mario Lerario, l’ex funzionario Antonio Mercurio e sei imprenditori. Parallelamente, la Corte dei conti sta approfondendo l’indagine per valutare l’eventuale sussistenza di responsabilità amministrative e contabili. La procuratrice regionale Carmela de Gennaro ha acquisito gli atti dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza e la consulenza tecnica richiesta dalla magistratura ordinaria.

L’elemento centrale dell’inchiesta contabile riguarda la violazione del principio di economicità dell’azione amministrativa. Se la gara iniziale è stata truccata e gli ordini di servizio falsificati, allora si potrebbe configurare una gestione dolosa della spesa pubblica. L’assenza di un reale confronto concorrenziale nell’assegnazione dell’appalto e nelle successive variazioni contrattuali avrebbe determinato un ingiustificato incremento dei costi, con possibile pregiudizio per le casse dello Stato.

Questa vicenda potrebbe non essere un caso isolato. La magistratura contabile potrebbe estendere il proprio esame anche ad altri appalti assegnati nel periodo emergenziale, tra cui quello relativo alla fabbrica delle mascherine. Durante la pandemia, infatti, la necessità di interventi rapidi ha portato all’adozione di procedure d’urgenza, talvolta a discapito della trasparenza e del rispetto delle normative di settore.

L’eventuale riconoscimento di un danno erariale potrebbe comportare richieste di risarcimento nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili, nonché una revisione delle prassi adottate negli appalti pubblici. Questo caso evidenzia l’importanza di un costante controllo sulla gestione delle risorse pubbliche, affinché situazioni simili non si ripetano in futuro.

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