Foggia:Rapine ai blindati e ai portavalori l’impronta paramilitare del crimine cerignolano
Le rapine ai blindati e ai portavalori rappresentano uno dei reati più eclatanti e pericolosi del panorama criminale italiano. Ciò che distingue questi assalti è l’approccio paramilitare adottato dalle bande, caratterizzato da un’estrema organizzazione, rapidità d’azione e un impressionante livello di armamento.
L’epicentro del fenomeno: Cerignola e la sua scuola criminale
Da anni, il comune di Cerignola (FG)e Trani(BT) sono considerati le basi logistiche privilegiate per la pianificazione di questi assalti. La criminalità locale ha affinato nel tempo una vera e propria “specializzazione” nel settore, tanto da rendere il modus operandi esportabile anche al di fuori della provincia di Foggia. Sebbene la leadership operativa sia spesso riconducibile a Cerignola, nella geografia criminale del reato emergono anche clan di Andria e Bitonto, oltre a esponenti della malavita ortese, che nel tempo hanno acquisito competenze specifiche.
Dai treni ai blindati: l’evoluzione delle rapine
In un nostro servizio pubblicato tempo fa parlammo che negli anni Novanta, le bande cerignolane e tranesi hanno abbandonato progressivamente gli assalti ai treni merci carichi di valori bollati e sigarette, tipici della criminalità di un tempo, per concentrarsi su obiettivi più redditizi e in movimento sulle strade: i furgoni blindati delle società di trasporto valori. La tecnica, però, è rimasta pressoché invariata: azioni rapide, coordinate e violente, con l’impiego di armi pesanti e strategie militari per neutralizzare eventuali resistenze delle guardie giurate.
Le tecniche d’assalto: esplosivi, armi e tattiche da guerra
Le rapine ai portavalori sono vere e proprie operazioni da commando, condotte con tattiche militari di guerriglia urbana:
- Blocco stradale: i criminali utilizzano veicoli rubati per sbarrare il percorso del blindato e isolarlo dal traffico.
- Esplosivi: spesso vengono impiegati ordigni per aprire i furgoni in pochi secondi.
- Armi da guerra: fucili d’assalto come AK-47 e mitragliatrici vengono usati per intimidire e respingere le forze dell’ordine.
- Fuga organizzata: i malviventi sfruttano auto potenti, spesso rubate e modificate,modificate da carrozzieri e meccanici, per dileguarsi rapidamente.
L’esportazione del metodo cerignolano
Se inizialmente questi assalti si concentravano nel sud Italia, ben presto le bande hanno iniziato a operare in tutto il territorio nazionale e persino all’estero. Il “modello Cerignola” è stato esportato in regioni del Nord Italia e in diversi paesi europei, dimostrando l’adattabilità e l’efficacia delle tecniche messe a punto dai rapinatori foggiani.
Le contromisure delle forze dell’ordine
Le autorità hanno intensificato la repressione del fenomeno, con operazioni mirate che hanno portato all’arresto di numerosi esponenti di spicco di queste bande. L’uso di tecnologie avanzate, come il tracciamento GPS dei veicoli blindati e sistemi di sicurezza sempre più sofisticati, sta rendendo più difficile il successo di questi colpi,ma non hanno mezzi potenti come la criminalità. Tuttavia, la criminalità organizzata continua a evolversi, trovando nuove strategie per eludere i controlli.
Conclusione
Le rapine ai blindati rappresentano una delle espressioni più pericolose e spettacolari della criminalità organizzata. La scuola cerignolana ha trasformato questo reato in una vera e propria “specialità”, portando le sue tecniche ben oltre i confini della Capitanata. Mentre le forze dell’ordine affinano le strategie di contrasto, il crimine continua a innovarsi, rendendo la lotta a queste bande una sfida sempre aperta.