Bari:Voti comprati in Puglia la Procura chiede il processo per Maurodinoia e Cataldo

La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per Anita Maurodinoia, ex assessora regionale ai Trasporti della Puglia, e per suo marito, Sandro Cataldo, fondatore del movimento politico Sud al Centro. L’accusa riguarda corruzione elettorale nelle elezioni amministrative di Grumo Appula e della Regione Puglia (tenutesi il 20 e 21 settembre 2020) e nel voto del Comune di Triggiano (3 e 4 ottobre 2021).

Secondo i pubblici ministeri Claudio Pinto e Savina Toscani, i due avrebbero fatto parte di un’associazione per delinquere che alterava il voto con soldi e favori in cambio di preferenze elettorali. Complessivamente, la richiesta di processo riguarda 18 persone coinvolte nel presunto sistema di compravendita di voti.

Le accuse: soldi e posti di lavoro in cambio di voti

Secondo l’accusa, Maurodinoia e Cataldo, insieme ad altri cinque imputati (Nicola Lella, Giuseppe Fiore, Giovanni Lavacca, Caterina Pulieri e Michele Spano), avrebbero promosso e organizzato un sistema di corruzione elettorale per garantire l’elezione di candidati favorevoli alla loro rete politica.

Il metodo, stando alle indagini, prevedeva l’acquisto di voti per 50 euro ciascuno o la promessa di posti di lavoro. Questo sistema sarebbe stato utilizzato per sostenere:

  • Lella e Fiore nella lista civica Impegno per Grumo, a favore del candidato sindaco Michele Antonio Minenna a Grumo Appula.
  • Anita Maurodinoia nel consiglio regionale della Puglia, dove venne eletta nel 2020 con il Partito Democratico.

Il ruolo di Maurodinoia e Cataldo

Maurodinoia, ribattezzata “Lady preferenze” per il suo alto numero di voti ottenuti nelle varie elezioni, era già stata eletta nel consiglio comunale di Bari nel 2019 con oltre 6.000 voti grazie al movimento fondato dal marito. Nel 2020, candidata alle Regionali con il PD, raccolse quasi 20.000 preferenze, un risultato che ora è finito sotto la lente della magistratura.

Secondo i pm, Maurodinoia avrebbe partecipato attivamente all’organizzazione criminale per ottenere l’elezione, delegando al marito Cataldo il compito di gestire i rapporti con gli altri membri della rete e con gli elettori disposti a vendere il voto.

La richiesta di processo

L’inchiesta punta a dimostrare l’esistenza di un sistema organizzato e strutturato per pilotare il consenso elettorale in diversi Comuni pugliesi. La Procura ritiene che Maurodinoia, Cataldo e gli altri imputati abbiano alterato la regolarità delle elezioni, minando la trasparenza e la correttezza del processo democratico.

Ora spetterà al giudice per l’udienza preliminare decidere se accogliere la richiesta della Procura e mandare a processo gli indagati.

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