Crisi negli accordi con la dirigenza medica: il caso degli incentivi e il rischio per la Fondazione
Accordi raggiunti con il comparto, ma resta lo stallo con i medici
Nelle trattative sindacali in corso, sono stati raggiunti accordi con il comparto (circa 2200 unità) e con la dirigenza non medica (circa 200 persone), ma la situazione resta bloccata con la dirigenza medica, composta da circa 480 unità. Il nodo centrale della questione riguarda il sistema degli incentivi retributivi, su cui si è espresso in modo netto Gumirato, sollevando dubbi sulla sostenibilità economica delle erogazioni passate.

L’affondo di Gumirato: “Non è possibile concedere risorse indipendentemente dai risultati”
Uno dei punti più critici riguarda la distribuzione della retribuzione variabile negli ultimi 24 anni. Secondo Gumirato, i medici hanno percepito il 100% della quota variabile della retribuzione senza una chiara correlazione con i risultati ottenuti dalla Fondazione.
“Negli ultimi 24 anni hanno percepito tutti il cento per cento della retribuzione variabile, come è stato possibile? Si possono concedere queste risorse a tutti indipendentemente dai risultati della Fondazione? Secondo noi no.”
L’analisi economica evidenzia che questa prassi ha comportato un esborso di circa 1,4 milioni di euro all’anno, corrispondenti a circa 250 euro lordi per medico. Tuttavia, il nuovo piano prevede un approccio differente:
- La quota fissa di 1,4 milioni di euro verrebbe rimossa.
- Al suo posto, verrebbe introdotto un piano di incentivi variabili “veri”, finanziato anche con risorse della Regione, per un totale di 4,9 milioni di euro.
L’obiettivo è chiaro: legare gli incentivi al raggiungimento di obiettivi specifici, evitando l’erogazione automatica di risorse scollegate dalle performance della Fondazione.
Un segnale d’allarme già nel 2023: fondi non utilizzati
Già nel 2023 si era registrato un campanello d’allarme legato alla gestione delle risorse disponibili. La Fondazione avrebbe avuto accesso a 13,8 milioni di euro dalla Regione Puglia, ma ne avrebbe utilizzati solo 4,9 milioni per prestazioni aggiuntive, lasciando inutilizzate quasi due terzi delle risorse disponibili. Questo mancato utilizzo potrebbe essere un segnale di criticità organizzative o di difficoltà nel raggiungere gli obiettivi prefissati.
Il rischio per la Fondazione: serve una svolta per evitare il fallimento
Le parole di Gumirato lasciano poco spazio alle interpretazioni: senza un sistema di incentivi legato ai risultati, la Fondazione potrebbe trovarsi in una situazione economica insostenibile.
“Dobbiamo raggiungere gli obiettivi, altrimenti la Fondazione rischia di fallire.”
Lo scontro con la dirigenza medica appare quindi destinato a proseguire, con il rischio di ripercussioni sulla stabilità del sistema sanitario locale. La sfida ora è trovare un punto di equilibrio tra la necessità di razionalizzare le spese e quella di garantire un sistema di incentivi equo ed efficace per i medici.