Caso Titti De Simone: la Corte dei Conti archivia il procedimento per danno erariale
La Procura regionale della Corte dei Conti ha archiviato il procedimento relativo al contratto di consulenza conferito a Titti De Simone, ex deputata e attivista politica, dalla Regione Puglia. L’incarico, assegnato durante la presidenza di Michele Emiliano, avrebbe causato un danno patrimoniale rilevante, poiché i regolamenti regionali prevedono la gratuità degli incarichi conferiti “per l’attuazione del programma”. Tuttavia, l’assenza di una prova del dolo e lo scudo erariale introdotto dal governo Conte nel 2020 hanno impedito alla Corte di procedere con l’azione di responsabilità.
L’archiviazione del procedimento
La vicenda coinvolge, oltre al presidente Michele Emiliano, anche l’attuale capo di gabinetto della Regione, Giuseppe Catalano, e il suo predecessore, Claudio Stefanazzi. La Procura regionale aveva avviato un’indagine per valutare la legittimità dell’incarico retribuito a Titti De Simone, ritenendo che la Regione avesse violato i propri regolamenti interni. Tuttavia, la Corte dei Conti ha stabilito che non ci sono gli estremi per un’azione di responsabilità amministrativa, chiudendo così il caso.
Il motivo principale dell’archiviazione risiede nel cosiddetto “scudo erariale”, una norma introdotta nel 2020 dal governo Conte per proteggere gli amministratori pubblici da eventuali responsabilità legate a decisioni assunte durante l’emergenza pandemica. Questa disposizione, tutt’ora in vigore, limita la possibilità di procedere per danno erariale in assenza di una chiara volontà dolosa nel compiere l’illecito.
Le polemiche politiche
La decisione della Corte dei Conti ha sollevato un acceso dibattito. Le opposizioni criticano l’assegnazione dell’incarico a De Simone, considerandolo un esempio di uso improprio delle risorse pubbliche. Secondo i detrattori, la gratuità degli incarichi per l’attuazione del programma è un principio chiaro nei regolamenti regionali, e la sua violazione rappresenterebbe uno spreco di denaro pubblico.
Dal canto suo, la Regione Puglia difende la scelta, sostenendo che la consulenza fosse necessaria per il buon funzionamento della macchina amministrativa e che non ci fosse alcuna intenzione di aggirare le normative.
Uno scenario destinato a ripetersi?
L’archiviazione del caso non cancella il problema più ampio della gestione degli incarichi nella pubblica amministrazione. Il caso Titti De Simone potrebbe non essere isolato, e la presenza dello scudo erariale continua a suscitare discussioni su quanto possa effettivamente tutelare l’interesse pubblico.
Nel frattempo, l’episodio si aggiunge alla lunga lista di controversie che hanno segnato la gestione Emiliano, alimentando il dibattito su trasparenza e correttezza nell’uso delle risorse regionali.