Bari:Varie Case popolari,sempre più famiglie rifiutano l’assegnazione

La prima famiglia barese a cui era stata assegnata la casa popolare in via Caldarola – quella da cui è stata sgomberata Rossanne Palermiti – ha rinunciato all’alloggio. Un fatto che, di per sé, potrebbe sembrare un caso isolato, ma che in realtà si inserisce in un fenomeno sempre più diffuso: molte famiglie rifiutano le case popolari assegnate, spesso per motivi che evidenziano le criticità del sistema di edilizia residenziale pubblica.

Perché le famiglie rifiutano le case popolari?

La rinuncia della famiglia destinata all’appartamento di via Caldarola non è un’eccezione. Sempre più assegnatari, pur avendo bisogno di una casa, scelgono di non accettare quella proposta dal Comune. Le motivazioni sono diverse e, spesso, indicano problemi strutturali nel sistema di assegnazione:

  1. Condizioni delle abitazioni – Molti alloggi popolari versano in condizioni di degrado, con impianti elettrici vecchi, infiltrazioni d’acqua e infissi danneggiati. Alcune famiglie preferiscono restare in situazioni precarie piuttosto che trasferirsi in case che richiedono costosi lavori di ristrutturazione.
  2. Posizione e contesto sociale – Alcune zone della città, tra cui lo stesso quartiere Japigia, dove si trova via Caldarola, sono caratterizzate da problematiche legate alla sicurezza e al disagio sociale. Le famiglie con bambini o anziani, spesso, preferiscono non trasferirsi in contesti considerati difficili.
  3. Vincoli imposti dal regolamento – Gli assegnatari devono rispettare regole rigide, come il divieto di ospitare altre persone o la necessità di mantenere un reddito sotto una determinata soglia. Alcuni, temendo di perdere i requisiti nel tempo, scelgono di non accettare l’alloggio per non doverlo lasciare in futuro.
  4. Problemi logistici e lavorativi – Per alcune famiglie, la casa assegnata è troppo distante dal posto di lavoro o dalla scuola dei figli, rendendo complicata la gestione quotidiana.

Il caso Rossanne Palermiti e il problema delle occupazioni

Il rifiuto dell’alloggio in via Caldarola riporta l’attenzione sullo sgombero di Rossanne Palermiti, che occupava abusivamente quella stessa casa. Il suo caso ha acceso il dibattito sulla gestione delle case popolari a Bari, evidenziando da un lato la necessità di tutelare i diritti degli assegnatari regolari, ma dall’altro anche il problema delle lunghe liste d’attesa e delle situazioni di emergenza abitativa.

Molte famiglie in difficoltà, pur avendo diritto a un alloggio popolare, restano in attesa per anni mentre gli appartamenti rimangono vuoti a causa dei rifiuti o dei tempi burocratici. Al tempo stesso, numerose abitazioni vengono occupate abusivamente, creando tensioni tra chi è regolarmente in lista e chi, invece, si appropria di un immobile senza autorizzazione.

Come risolvere il problema?

Per affrontare questa situazione, servirebbero interventi mirati:

  • Ristrutturazione degli alloggi assegnati, per renderli realmente abitabili e attrattivi per le famiglie aventi diritto.
  • Maggiore flessibilità nelle assegnazioni, con la possibilità per le famiglie di scegliere tra più opzioni e di rifiutare un alloggio senza perdere automaticamente il diritto a un altro.
  • Migliore gestione della sicurezza nei quartieri popolari, per incentivare gli assegnatari a trasferirsi senza timori legati al contesto sociale.
  • Tempi di assegnazione più rapidi, per evitare che gli alloggi rimangano vuoti troppo a lungo.

La questione delle case popolari a Bari rimane un nodo complesso, dove si intrecciano necessità reali, burocrazia e criticità strutturali. Il rifiuto della casa di via Caldarola è solo un tassello di un problema più grande, che richiede risposte concrete da parte delle istituzioni.

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