Indagine della Finanza: Focus su Lacerenza e il giro nel locale, estranei clienti e ragazze
L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza si concentra sulle attività di Davide Lacerenza, 59 anni, ristoratore milanese di origini foggiane, e non coinvolge direttamente i clienti né le ragazze che, secondo l’accusa, Lacerenza avrebbe procurato agli ospiti del suo locale.
Il contesto dell’indagine
Il giudice per le indagini preliminari (GIP) Alessandra De Fazio ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Lacerenza e della sua ex compagna, figlia di Wanna Marchi, quest’ultima ritenuta estranea alle accuse legate allo spaccio di stupefacenti. L’indagine ha ricostruito numerose serate trascorse nella “Gintoneria” e nel privè “La Mailmaison”, documentando quanto avveniva all’interno dei locali.
Il ruolo dei social media
I video delle serate venivano inizialmente pubblicati sul profilo Instagram privato di Lacerenza, per poi essere ripostati su un altro profilo pubblico, ora cancellato. Questi contenuti hanno fornito agli inquirenti elementi utili per ricostruire le dinamiche all’interno del locale.
La “bionda pugliese” e le frequentazioni sospette
Tra le ragazze più presenti nel locale, è emersa la figura di “D.”, una ventenne barese soprannominata “la bionda pugliese”. La giovane sembra essere una frequentatrice abituale del locale e sui suoi profili social ostenta amicizie con persone vicine ai clan della città vecchia di Bari.
L’intercettazione e il “tavolo pesante”
Nel luglio 2024, Davide Ariganello, collaboratore di Lacerenza, è stato intercettato mentre organizzava un “tavolo pesante” per tre clienti di Modena. Durante la conversazione, Ariganello proponeva ai clienti tre ragazze, tra cui la ventenne barese “D.”. Il dialogo intercettato suggerisce che i clienti fossero già a conoscenza della ragazza.
Le accuse contro Lacerenza
Le accuse nei confronti di Lacerenza riguardano principalmente il presunto sfruttamento della prostituzione e lo spaccio di stupefacenti all’interno del suo locale. L’indagine si basa sulle testimonianze raccolte, sulle intercettazioni telefoniche e sui video pubblicati sui social media.