La Puglia è già una “Terra dei Fuochi”: i procuratori Rossi e Nitti scoprono una realtà vecchia di vent’anni
Durante un recente convegno sull’ambiente organizzato dagli Ordini degli architetti, ingegneri e avvocati a Trani, i procuratori della Repubblica Roberto Rossi di Bari e Renato Nitti di Trani hanno lanciato un allarme preoccupante: “La Puglia rischia di diventare la nuova Terra dei Fuochi”. Un’affermazione che suona paradossale per chi conosce a fondo la realtà del territorio pugliese.
La realtà ignorata:
Noi di Youfoggia.com rispondiamo con amarezza: “Ma la Puglia è già da anni una Terra dei Fuochi”. Non serve immaginare scenari futuri: il nostro territorio è stato trasformato in una discarica a cielo aperto, invaso da rifiuti industriali portati dalle organizzazioni criminali, spesso in collaborazione con la malavita locale. Gli esempi non mancano: le operazioni della Guardia di Finanza di Bari hanno portato alla luce quantità impressionanti di rifiuti smaltiti illegalmente nelle campagne di San Severo, Apricena, Poggio Imperiale, Torremaggiore e San Nicandro Garganico, tutte zone della provincia di Foggia.
Complicità e silenzi:
La domanda sorge spontanea: com’è possibile che camion carichi di tonnellate di rifiuti possano attraversare le strade della Capitanata senza essere fermati e controllati? Se un comune cittadino si ferma in quelle zone per un caffè, tutti se ne accorgono. Eppure, enormi mezzi pesanti riescono a muoversi indisturbati. C’è qualcosa che non torna. La criminalità organizzata, spesso legata a clan come i Casalesi, ha trovato nella Puglia un terreno fertile per i propri affari, complici la corruzione e l’indifferenza di chi dovrebbe vigilare.
La fragilità del sistema investigativo:
Il procuratore Rossi ha evidenziato la scarsità di risorse nelle forze di polizia giudiziaria e la complessità dei reati ambientali, sottolineando la necessità di strumenti investigativi più efficaci, come le intercettazioni. Senza di essi, le indagini sono spesso compromesse. Tuttavia, la sensazione è che ci sia una profonda disconnessione tra la percezione istituzionale del problema e la realtà che da anni i cittadini denunciano.
Un fallimento nazionale:
Al convegno, esperti come l’avvocato Alessandro Amato e il professor Vincenzo Muscatiello hanno riconosciuto il fallimento del sistema nazionale nella prevenzione e repressione dei reati ambientali. Mentre alcune normative hanno segnato progressi, come quelle sull’Ilva, l’approccio complessivo alla tutela ambientale rimane insufficiente. Le parole dell’avvocato Vittorio Triggiani, che ha evidenziato i miglioramenti del diritto amministrativo, sembrano scontrarsi con la realtà delle campagne devastate dai rifiuti.
La Puglia non rischia di diventare una Terra dei Fuochi: lo è già. E lo è da tempo.
Le dichiarazioni dei procuratori Rossi e Nitti, seppur mosse dalla volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica, suonano come una tardiva presa di coscienza. La Puglia ha bisogno di una svolta concreta: più controlli, maggiore trasparenza e una volontà reale di contrastare un fenomeno che non può più essere ignorato.
Se si vuole davvero proteggere l’ambiente e il futuro di questa regione, bisogna partire dalla verità, per quanto scomoda possa essere.