Parco del Gargano: Irregolare la Risoluzione del Contratto della Direttrice”Lo scrisse anche il Ministero”
La procedura con cui Pasquale Pazienza, presidente dell’Ente Parco Nazionale del Gargano, ha risolto il contratto dell’ex direttrice dell’Ente è stata giudicata non conforme alla normativa vigente. Lo ha stabilito il direttore generale per il patrimonio naturalistico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sottolineando che il recesso del datore di lavoro non poteva prescindere da una verifica da parte del Ministero competente.
La violazione della normativa
Secondo il Ministero, l’atto di risoluzione del rapporto di lavoro per mancato superamento del periodo di prova viola quanto disposto dalla legge 394/1991. Questa normativa stabilisce che il Ministero dell’Ambiente, in qualità di autorità vigilante, ha il compito di esercitare un controllo di legittimità sulle decisioni adottate dagli organi amministrativi del Parco.
Nelle osservazioni richiamate nella delibera del 14 ottobre, si legge chiaramente che il recesso operato dall’Ente doveva essere sottoposto a verifica da parte dell’amministrazione che ha effettuato la nomina. Inoltre, il provvedimento di risoluzione avrebbe dovuto essere adottato con una determinazione del presidente dell’Ente, soprattutto in assenza del Consiglio direttivo, che era in fase di costituzione.
La richiesta di conformità alla legge
Il Ministero ha quindi richiesto che l’Ente Parco del Gargano si conformi alle indicazioni fornite, affinché l’azione amministrativa venga riportata alla piena legittimità. La semplice nota di risoluzione del contratto di lavoro (protocollo n. 5100 del 7 settembre) è stata considerata elusiva dell’attività di vigilanza, e pertanto deve essere corretta secondo le procedure di legge.
La vicenda mette in evidenza un errore procedurale significativo da parte di Pasquale Pazienza, che avrebbe dovuto seguire un iter ben preciso prima di procedere con la risoluzione del contratto. Ora l’Ente Parco dovrà sanare la situazione per evitare ulteriori irregolarità e possibili conseguenze amministrative.