Gargano:Il Pentimento di Pettinicchio Un Nuovo Capitolo nella Lotta alla Mafia Garganica

La notizia del pentimento di Giuseppe Pettinicchio ha scosso l’aula del Tribunale di Foggia, dove si sta svolgendo il processo che lo vede imputato per spaccio di un etto di cocaina, aggravato dalla mafiosità. L’annuncio, arrivato nella mattina dell’udienza, segna una svolta importante non solo per il procedimento in corso, ma anche per gli equilibri della criminalità organizzata nel Gargano.

Il Processo e l’Annuncio della Collaborazione

Pettinicchio è imputato insieme al compaesano e amico Enzino Miucci e al viestano Claudio Iannoli, figura di vertice del gruppo Perna/Iannoli, alleato del clan Li Bergolis nel controllo della zona di Vieste. Durante l’ultima udienza, il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), Ettore Cardinali, ha comunicato ufficialmente la decisione di Pettinicchio di collaborare con la Giustizia. A seguito di questa dichiarazione, il magistrato ha chiesto e ottenuto un rinvio dell’udienza a marzo, per poter ascoltare quanto l’imputato ha da rivelare in merito al processo.

Fino a questo momento, Pettinicchio aveva sempre respinto l’accusa di aver organizzato lo smercio di cocaina da dentro il carcere di Lanciano, coordinandosi telefonicamente con Miucci, detenuto a Terni. Ora, con il suo pentimento, il quadro accusatorio potrebbe subire significative evoluzioni, aprendo nuove prospettive sulle dinamiche del narcotraffico nel territorio.

Un Passato Segnato da Armi e Racket

La figura di Pettinicchio non è nuova alle cronache giudiziarie. Sei arresti dal 2009 a oggi, condanne e assoluzioni per reati legati ad armi ed estorsioni, e il suo coinvolgimento in tre importanti operazioni antimafia delineano un passato denso di episodi criminali.

Il 4 giugno 2009, in piena guerra tra i clan Li Bergolis e Romito, Pettinicchio venne arrestato al casello di San Severo dell’A14 con una pistola calibro 45. Si assunse la responsabilità dell’arma, sostenendo di averla acquistata a Rimini, e venne condannato a tre anni e sei mesi in primo grado.

Nel marzo 2012 il suo nome comparve tra i 18 indagati nell’operazione “Rinascimento”, coordinata dalla Dda, che portò a numerosi fermi per estorsioni aggravate dalla mafiosità. Pettinicchio venne accusato di concorso in due estorsioni a Monte Sant’Angelo e condannato in appello a otto anni e sei mesi.

Un altro arresto arrivò nel novembre 2016, quando lui e altri due compaesani, tra cui Miucci, furono fermati in autostrada con tre pistole nascoste in auto. Entrambi dichiararono di non essere a conoscenza delle armi e vennero assolti.

Le Implicazioni del Pentimento

Il pentimento di Pettinicchio rappresenta un punto di svolta nel contrasto alla criminalità organizzata nel Gargano. La sua collaborazione potrebbe fornire dettagli preziosi sulle dinamiche interne ai clan, sulle estorsioni, sulle faide e sui traffici di droga. La Dda ha ora l’opportunità di approfondire le informazioni e, potenzialmente, sgretolare ulteriormente le strutture criminali che dominano il territorio.

Tuttavia, il suo pentimento pone anche un interrogativo sulla reazione dei gruppi mafiosi coinvolti. La criminalità garganica è nota per la sua ferocia e la sua capacità di vendetta contro i collaboratori di giustizia. Resta da vedere se le dichiarazioni di Pettinicchio porteranno a nuovi arresti o a ulteriori sviluppi investigativi.

In un contesto segnato da decenni di violenza e omertà, la decisione di Pettinicchio di collaborare potrebbe aprire una nuova fase nella lotta contro la mafia del Gargano, con implicazioni che vanno ben oltre il singolo processo in corso.

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